Erdogan minaccia l’Ue con un milione di migranti. Per la sua personalissima guerra in Siria

di Enrico Oliari

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan continua nella sua politica di sfruttare migranti e profughi per fare scacco all’Unione Europea, denunciando il mancato supporto politico e materiale alla sua personalissima invasione della Siria. La situazione ai confini greci è al collasso, con almeno 13mila fra profughi siriani e migranti pachistani, somali, bangladesi e quant’altro che spingono per entrare nel territorio dell’Unione Europea e presentare domanda di asilo, dopo che le autorità turche hanno riaperto i confini e gli stessi poliziotti li hanno incitati a dirigersi verso ovest. Il tutto nonostante l’accordo del 2016 da 6 miliardi firmato con Bruxelles per la gestione in Turchia dell’emergenza immigrati, ma va detto che la stessa intesa prevedeva il riavvio dei processi di adesione e l’abolizione dei visti per i cittadini turchi diretti in Ue. Su questi due punti va tuttavia precisata l’avversione dell’opinione pubblica europea all’adesione di una dittatura neo-ottamanista, come pure che nelle fila dell’Isis hanno combattuto non meno di 10mila cittadini turchi, persone che, rientrate in patria, potrebbero senza visto dirigersi liberamente nei vari paesi della Casa comune.
Erdogan oggi ha insistito nei suoi toni minatori affermando in una riunione dei vertici del suo partito, l’Akp, che “Da quando abbiamo aperto i nostri confini, il numero di migranti diretti in Europa è di centinaia di migliaia. Presto sarà nell’ordine di milioni”.
Imbarcazioni di ogni genere si stanno in queste ore dirigendo verso le isole greche, in particolare a Lesbo, Chios e Samos, e la Guardia costiera greca ha reso noto che decine di persone sono state tratte in salvo. La situazione è tuttavia incandescente al confine, dove vi sono scontri fra i profughi e la polizia che tenta di bloccarli. Le autorità di Atene hanno fatto sapere che per un mese saranno sospese le domande di asilo per tutti coloro che entreranno in Grecia in modo illegale, ed il premier Kyriakos Mitsotakis ha affermato al termine di una riunione di governo che verranno rinforzate le pattuglie marittime e di terra
Il Pesc, cioè l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell ha convocato per i prossimi giorni una riunione straordinaria del Consiglio Esteri dell’Ue, composta dai 27 ministri, un incontro che si prevede tutt’altro che facile, dato che aprire le frontiere ai molti migranti, spesso con famiglie costrette a bivaccare in condizioni difficili, significa incentivare gli arrivi. Basti pensare che sono 3,6 milioni i migranti e i profughi al momento sul territorio turco.
Tra l’altro oggi ha preso il via una nuova offensiva turca in Siria, nella regione di Idlib dove i regolari stanno combattendo per strappare il territorio ai “ribelli, in realtà spesso miliziani turcomanni e membri di Hayat Tahrir al-Sham (ex al-Nusra, ex al-Qaeda). Erdogan denuncia l’uccisione di militari turchi (in territorio siriano…) e continua a rispondere con il bombardamento di obiettivi militari di siriani, questi supportati dai russi. Una situazione difficile e che si sta portando verso un’escalation di difficile soluzione, ed il presidente turco continua ad invocare a sproposito il supporto della Nato, in realtà previsto solo se un paese membro si trova sotto attacco nei propri confini.
Il suo sfruttare l’emergenza umanitaria dei migranti a proprio uso e consumo è indubbiamente un’azione vile, ma vien da chiedersi perché se la guerra siriana, che è una sovrapposizione di conflitti e di interessi di Iran, Turchia, Qatar, Arabia Saudita e Russia, i migranti devono essere “spediti” in Europa e non se ne fanno carico quei paesi?