Esperienze associative a Napoli per gli ucraini in difficoltà

a cura di Valentina Busiello

Abbiamo chiesto a Natalia Mandela, dell’Associazione “Donne dell’Est”, di parlarci di questa associazione e di InterSos: ci ha spiegato che “si tratta di due organizzazioni internazionali che si occupano di rifugiati, con gruppi dei volontari che forniscono informazioni ai migranti e che incontrano le loro esigenze, aiutano a compilare i formulari e valutano i progetti individuali da adottare”.
“Donne dell’Est – spiega – è nata circa 20 anni fa ed ha come missone fondamentale l’introduzione alla formazione e al lavoro, e l’aiuto umanitario e sociale. Collaboriamo con aziende internazionali, con l’Organizzazione mondiale per i Rifugiati soprattutto nell’organizzazione di corsi di formazione e successivamente tirocini che possano favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. Il nostro obiettivo fondamentale è quello della formazione e l’inclusione sociale. In relazione all’emergenza ucraina, ci tengo a sottolineare che si tratta di un popolo di gente che ha voglia di lavorare, che non conta sul mantenimento: noi operiamo soprattutto in rete, in sinergia con le altre associazioni, cooperative sociali e imprese attraverso diversi progetti per gli immigrati ucraini”.
Anche l’associazione Ucraina Onlus, che ha sede nel cuore di Napoli, opera in sinergia con le altre realtà per assistere i rifugiati ucraini, e la presidente Tetyana Zhuk precisa che “appena è scoppiata la guerra, ci siamo subito attivati come associazione, in sinergia con le istituzioni e tante associazioni italiane che si sono attivate facendoci avere medicinali, vestiti, giocattoli, coperte, ecc”.
“I nostri militari in Ucraina – osserva – che stanno combattendo hanno bisogno di un farmaco molto costoso, una medicazione composta da schiuma che si microconforma a letto della lesione. Grazie ad associazioni italiane come Sisto Riario Sforza e “Donne dell’Est” abbiamo procurato questo ed altri farmaci, nonché beni di prima necessità. Vi sono poi le chiese con le loro raccolte, ed esperienze come quella della scuola Tito Livio, che offre la formazione per tutti gli ucraini, dagli adulti ai bambini, compresa la conoscenza della lingua italiana”.