Eswatini. Pesanti proteste per la democrazia e contro i privilegi della famiglia reale

di Alberto Galvi

Il governo di Eswatini per tre giorni consecutivi ha imposto un coprifuoco dal tramonto all’alba a causa delle proteste a favore della democrazia che hanno scosso il paese. Gli attivisti hanno promesso di intensificare le manifestazioni chiedendo riforme democratiche e la revoca dei divieti a tutti i partiti di opposizione nel paese. Sui social media sono circolati video di persone che bruciano pneumatici e barricano le strade nelle più grandi città del paese.
Nella repressione della polizia per imporre il divieto alle continue proteste diversi manifestanti sono rimasti feriti. Per sedare i disordini il governo ha ordinato la chiusura di tutte le scuole e le attività commerciali con un rigoroso coprifuoco imposto per tenere tutti i residenti lontani dalle strade.
I manifestanti hanno chiesto riforme politiche e desiderano eleggere il proprio premier. Il re Mswati III ha governato il paese per più di tre decenni, ed è stato accusato dai manifestanti di violazioni dei diritti umani. Attualmente il monarca nomina il primo ministro, mentre almeno la metà dei membri del gabinetto deve essere nominata tra i membri eletti nella Camera bassa. Inoltre sceglie i giudici e i funzionari pubblici.
Nello Eswatini i membri del parlamento sono nominati direttamente dal re per i due terzi dei seggi nella Camera alta e circa il 12 per cento di quelli nella Camera bassa. I restanti seggi sono approvati dai capi tribù, che esercitano il potere per conto del monarca nei rispettivi regni; essi possono concorrere alle elezioni come individui e non come rappresentanti di partiti politici.
La famiglia del re Mswati III è composta da 15 mogli e da 23 figli ed è stata accusata di godere di un alto stile di vita, mentre la maggior parte degli 1,1 milioni di abitanti del paese vivono sotto la soglia di povertà.
I partiti politici sono stati banditi nel 1973 e non possono partecipare alle elezioni parlamentari del paese. Il governo di Eswatini ha negato le affermazioni secondo cui il re era fuggito dal paese.
I manifestanti chiedono un governo democratico che serva gli interessi del popolo, ma la famiglia reale ha schierato l’esercito per attaccare i manifestanti e sedare le manifestazioni. Inoltre chiedono che tutte le attività commerciali appartenenti alla famiglia reale vengano sequestrate o chiuse.
Le forze di sicurezza sembrano tuttavia crollare di fronte a un movimento di protesta che per la prima volta si è diffuso nelle aree rurali.