Etiopia. Concordata la cessazione permanente delle ostilità nel Tigré

di Alberto Galvi

Sudafrica.

Giunte in Sudafrica per un incontro, le parti in conflitto nella regione settentrionale etiope del Tigré hanno concordato una cessazione permanente delle ostilità. La guerra è scoppiata nel novembre 2020 e ha contrapposto le forze regionali del Tigré all’esercito federale etiope e ai suoi alleati, che includono forze di altre regioni e della vicina Eritrea.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed e i ribelli del Tigré hanno accolto favorevolmente l’accordo in quanto il conflitto ha provocato l’uccisione di migliaia di persone e comportato lo sfollamento di milioni di abitanti dalle loro case; ha inoltre lasciato centinaia di migliaia di individui sull’orlo della carestia. Il conflitto si è a volte esteso dal Tigré alle regioni vicine di Amhara e Afar.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha accolto favorevolmente la tregua. Anche gli Stati Uniti hanno salutato l’accordo. L’annuncio dell’Unione Africana della firma della cessazione delle ostilità tra il governo dell’Etiopia e il TPLF (Fronte di Liberazione Popolare del Tigré) rappresenta un passo importante verso la pace. Né l’Eritrea né le forze regionali alleate con l’esercito etiope hanno preso parte ai colloqui in Sudafrica.
Una precedente tregua si era interrotta ad agosto e la violenza si era nuovamente intensificata poiché entrambe le parti avevano cercato la soluzione sul campo di battaglia per rafforzare la loro posizione negoziale. I sei milioni di abitanti del Tigré hanno subito un blocco dall’inizio della guerra, con aiuti umanitari limitati, per cui è importante oggi il ripristino dei servizi e l’accesso senza ostacoli alle forniture alimentari e idriche.