Etiopia. Militari tentano un golpe nella regione di Amhara

Il premier Abiy Ahmed annuncia poi la ripresa di controllo dei governativi.

di Enrico Oliari

Un gruppo di militari ha tentato questa mattina nella regione etiope settentrionale di Amhara un colpo di stato. Lo hanno reso noto le autorità di Addis Abeba, ed il primo ministro Abiy Ahmed, in carica da poco più di un anno, ha spiegato ai media che a comandare il gruppo è stato un alto ufficiale, senza tuttavia riportarne il nome, anche se la stampa locale ha riferito del generale Asamnew Tsige, capo della sicurezza nella regione.
La dinamica ha visto i militari golpisti entrare in azione a Bahir Dar, capoluogo della regione di Amhara, sospendere internet e le comunicazioni quindi un gruppo di loro precipitarsi nel pieno di una riunione di ufficiali ed uccidere il governatore dello stato regionale, Ambachew Mekonnen, ed un suo consigliere.
Bahir Dar è stata teatro di un conflitto a fuoco durato quattro ore, ed il capo di Stato maggiore delle forze di sicurezza etiopi, Seare Mekonnen, è stato ucciso nella propria abitazione da una sua guardia del corpo.
Il capo delle forze speciali della regione di Amhara, Tefera Mamo, ha poi comunicato che gran parte dei militari coinvolti nel tentativo di golpe sono stati arrestati, ma che alcuni di loro sono comunque riusciti a nascondersi ed a fuggire, ed al momento sono ricercati. La città è ora controllata dalle forze governative, è stato chiesto ai civili di non uscire di casa e l’ambasciata Usa ha raccomandato ai propri cittadini di rimanere al sicuro nelle proprie abitazioni o alberghi, ma ha anche riportato di colpi di arma da fuoco avvertiti nella capitate Addis Abeba.
In tarda mattinata il premier Abiy Ahmed è apparso in tv in divisa militare, ed ha affermato che la situazione è sotto controllo.
Abiy Ahmed, del Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope (Eprdf, al potere dal 1991) giuda il paese da poco più di 14 mesi dopo essere subentrato al dimissionario Hailemariam Desalegn, ma ha già al suo attivo diversi risultati importanti. Il paese soffre le ataviche spaccature etnico-religiose, per cui Ahmed ha cercato innanzitutto di tendere una mano all’Oromia, regione dove tradizionalmente più si respira l’indisposizione nei confronti del governo centrale, visitando l’università di Ambo, epicentro negli ultimi anni degli scontri tra la popolazione e il governo di Addis Abeba; ha quindi voluto un importante rimpasto di governo, dando un segnale di discontinuità in un dicastero simbolo della repressione armata contro la popolazione inerme; ha sottoscritto gli accordi di Algeri del 2000, con tanto di cessione della sovranità sulla località frontaliera di Badme e su altri territori, arrivando alla pace con l’Eritrea, per cui sono state riaperte le frontiere, le comunicazioni, le linee aeree e lui si è incontrato in più occasioni con il presidente eritreo Isaias Afwerki. Oggi l’Etiopia conosce un vero e proprio boom economico stimolato dalla forte crescita dei consumi interni, un recupero del settore agricolo, ed una costante crescita dell’industria manifatturiera, il tutto grazie soprattutto ad investimenti cinesi, per quanto un quarto della popolazione continui a vivere al di sotto della soglia di povertà.