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Il Premio Nobel 2019 per la Pace è andato al 43enne premier etiope Abiy Ahmed Ali, politico che fin dalla salita al potere ha avuto come primo obiettivo quello di porre fine all’annosa guerra con l’Eritrea, iniziata nel 1988. Nel giugno dello scorso anno Abiy Ahmed Ali ha deciso di sottoscrivere gli accordi di Algeri del 2000 che prevedono l’assegnazione all’Eritrea della sovranità sulla località frontaliera di Badme e su altri territori, di fatto chiudendo i contenziosi: da allora sono stati fatti molti passi avanti sulla via della normalizzazione delle relazioni: sono state riattivate le linee aeree, sono stati richiamati i militari etiopi dai territori occupati ed il presidente dell’Etiopia, Abiy Ahmed e quello eritreo Isaias Afwerki si sono fatti visita nelle reciproche capitali.
Berit Reiss-Andersen, a capo del comitato norvegese che conferisce il premio, ha espresso l’auspicio che “il Nobel per la Pace rafforzi il primo ministro Abiy Ahmed nel suo importante lavoro per la pace e la riconciliazione”, aggiungendo che “Un’Etiopia pacifica, stabile e di successo avrà molti effetti positivi ed aiuterà a rafforzare la fraternità tra le nazioni ed i popoli della regione”.
Alla notizia il premier Ahmed Ali ha affermato di “essere felice ed onorato, è un premio assegnato all’Africa”.
