Etiopia. Scontri tra i militari e il Fronte di liberazione del Tigray. Missili su Asmara

La crisi rischia di espandersi nel Corno d’Africa.

Notizie Geopolitiche

Rischia di tradursi in un’escalation dagli esiti imprevedibili la crisi del Tigray, la regione dell’Etiopia la cui etnia ha governato fino al 2015 l’intero paese spesso in contrasto con altre popolazioni tra cui quella dell’attuale presidente Abiy Ahmed, gli oromo.
Lo scorso 4 novembre soldati etiopi sono arrivati nel Tigray per ripristinare il controllo del governo centrale anche a seguito di continue provocazioni quali diversi attacchi a basi militari, ma ne è scaturita una guerra a suon di cannoni e di raid aerei. Nella notte miliziani del Fronte popolare del Tigray hanno assaltato un bus di civili uccidendo 34 persone, e missili sono stati lanciati sulla vicina Eritrea, per la precisione sulla capitale Asmara.
Le notizie sono frammentarie in quanto sia il Tigray è al momento senza collegamenti, sia l’Eritrea resta sottoposta ad un duro regime dittatoriale guidato da Isaias Afewerki. Tuttavia è stato lo stesso leader regionale, Debretsion Gebremichael, a confermare il lancio di missili su Asmara parlando di “obbligo legittimo”, dal momento che “le forze etiopi stanno utilizzando l’aeroporto di Asmara” per far decollare i cacciabombardieri che colpiscono obiettivi nel Tigray. Nella regione dell’Etiopia settentrionale il voto non riconosciuto ha portato ad un parlamento che ha nominato un proprio premier, Gebremichael appunto, propri comandanti militari e ministri.
Etiopia ed Eritrea sono giunte alla pace grazie all’iniziativa di Abiy Ahmed, cosa che gli ha procurato il Nobel per la pace insieme all’introduzione di libere elezioni e la liberazione dei prigionieri politici.
Tuttavia la crisi del Tigray sta rischiando di infiammare l’intera regione del Corno d’Africa, dal momento che sia i rapporti tra Etiopia ed Egitto sono in crisi a causa della costruzione sul Nilo Blu della Grande diga della Renaissance, che proverebbe di importanti risorse idriche sia una parte dell’Egitto che del Sudan, sia con la Somalia.
Ignorati fino ad ora gli appelli dell’Onu e dell’Unione Africana al cessate.il-fuoco.