di Giacomo Dolzani –
L’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite che ha il fine di garantire supporto a profughi e rifugiati, ha lanciato un appello al governo etiope e al Fronte di liberazione del Tigray (Tplf) perché, nonostante sia ancora in corso il conflitto che li vede contrapposti, rispettino le leggi internazionali sui diritti umani e consentano il agli inviati dell’Onu di fornire assistenza e beni di prima necessità ai migliaia di sfollati che ancora si trovano in zone interessate dai combattimenti.
Sono invece oltre 40.000 coloro che hanno abbandonato le proprie case e si sono rifugiati in Sudan per sfuggire alle violenze ma, spiega l’Unhcr in un comunicato, garantire loro sicurezza e assistenza è estremamente difficile, sia per la conformazione del territorio e la carenza di infrastrutture, sia per il numero dei fuggitivi.
Dopo l’attacco del 4 novembre scorso delle truppe regolari etiopi contro la regione del Tigray, causato dalla decisione del Tplf di eleggere comunque un presidente con elezioni irregolari nonostante la tornata elettorale fosse stata sospesa dal governo di Addis Abeba a causa dell’emergenza dovuta al Covid, i combattimenti non si sono più interrotti. Benché i governativi stiano costantemente riconquistando terreno e siano ormai alle porte di Mekelle, la capitale della regione, il Tplf non si è ancora arreso e le colonne di profughi continuano a defluire verso i paesi confinanti.