Filippine. Elezioni: il favorito alla presidenza è Marcos Jr.

di Alberto Galvi

A poche settimane dalle elezioni generali del 9 maggio Ferdinand Romuáldez Marcos Jr., del partito PFP (Partido Federal ng Pilipinas) ed ex senatore e figlio del defunto dittatore filippino Ferdinand Marcos, è in vantaggio contro il suo sfidante più vicino, l’attuale vicepresidente Leni Robredo, che è un indipendente. Il terzo favorito è Francisco Domagoso del partito AKSYON (Aksyon Demokratiko), ex attore e attuale sindaco della capitale filippina Manila. Domagoso, meglio conosciuto con il soprannome di Isko Moreno, è un candidato centrista che ha cercato una via di mezzo su questioni come la politica estera.
Gli altri candidati sono Ernesto Abella, che è un Indipendente, Leody de Guzman del partito PLM (Party of the Laboring Masses), Norberto Gonzales del partito PDSP (Partido Demokratiko Sosyalista ng Pilipinas), Ping Lacson del partito PDR (Partido para sa Demokratikong Reporma), Faisal Mangandato del partito KTPNAN (Ang Kapatiran Party), Jose Montemayor Jr. del partito DPP (Partido Demokratiko ng Pilipinas) e Manny Pacquiao del partito PROMDI (Probinsya Muna Development Initiative).
I vicepresidenti verranno eletti separatamente: i candidati sono Lito Atienza del partito PROMDI, Walden Bello del partito PLM, Rizalito David del partito DPP, Sara Duterte del partito LAKAS-CMD (Lakas-Christian Muslim Democrats), Manny Lopez del partito WPP (Workers’ and Peasants’ Party), Dr. Willie Ong del partito AKSYON (Aksyon Demokratiko), Francesco Pangilinan del partito LP (Liberal Party), Carlos Serapio del partito KTPNAN e Vicente Tito Sotto III del partito NPC (Nationalist People’s Coalition).
In questa tornata elettorale ci sono anche 64 candidati senatori e 177 gruppi di liste di partito. Le elezioni di maggio riguarderanno anche i funzionari locali, inclusi governatori, sindaci, vice sindaci e membri del consiglio.
Il Congresso è composto da Senato e dalla Camera dei Rappresentanti. Il Senato conta 24 membri che durano in carica 6 anni con la metà dei membri rinnovata ogni 3 anni. La Camera dei rappresentanti 304 membri, che durano in carica 3 anni.
Il prossimo presidente, che entrerà in carica a fine giugno, dovrebbe incrementare le politiche di contrasto all’abuso dei diritti umani. Gli ultimi sei anni dell’amministrazione Duterte sono stati caratterizzati dalle uccisioni perpetrate per combattere la guerra al narcotraffico. I raid antidroga hanno portato a un’alta perdita di vite umane e si ignorano i collegamenti della polizia con gli squadroni della morte e altri vigilantes coinvolti negli omicidi.
Per quanto riguarda i giornalisti e gli organi di informazione, in questi anni essi sono stati minacciati, molestati e intimiditi, spesso da persone legate all’esercito o alla polizia. Inoltre il governo etichetta come comunisti le persone combattenti o sostenitori delle violenze contro attivisti di sinistra, ambientalisti, sindacalisti e difensori dei diritti umani. La prossima amministrazione dovrebbe fermare le uccisioni, garantire la responsabilità e sostenere le leggi che proteggono i diritti fondamentali.
Anche la politica estera è una questione delicata nelle elezioni filippine, La presidenza di Duterte ha segnato un drammatico cambiamento quando ha dichiarato nel 2016 la separazione del paese da un alleato militare come gli Stati Uniti, cercando legami più stretti con la Cina.