Finlandia. La bussola Nato si inclina a est

di Carmine Stabile

Il panorama transatlantico era rimasto ancorato al 27 marzo del 2020, quando per l’ultima volta la NATO spalancò le porte al trentesimo membro dell’Alleanza: la Macedonia del Nord. Alla data odierna il tavolo intergovernativo si allarga facendo gli onori di casa alla Finlandia, che dal 4 aprile 2023 è diventato trentunesimo membro e secondo paese scandinavo dell’Alleanza, grazie anche alla svolta sancita dalla vittoria nelle elezioni politiche da parte del blocco conservatore, il quale ha sospinto l’ingresso.
La NATO, o meglio nota come Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord e (North Atlantic Treaty Organization) nel suo nome inedito, nasce il 4 aprile del 1949 a Washington negli USA, quando in seguito alla stipula di un Trattato da parte di dodici Stati di cui Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e USA, si decise di porre le basi per dar vita ad un’organizzazione intergovernativa che avesse come intento “l’eventuale contrasto” dell’URSS, in caso di un’invasione ai danni dell’Europa occidentale.
L’ingresso della Finlandia, come antecedentemente gli ingressi degli altri componenti atlantici, sono stati garantiti in virtù dell’articolo 10 del Trattato di Washington, sulla base del quale gli Stati membri soltanto dopo un unanime accordo preliminare, possono invitare all’interno dell’Alleanza ogni stato europeo che sia in grado di: coadiuvare sicurezza e favorire l’incremento dei principi sanciti nel Trattato.
Da un punto di vista geografico l’ingresso di Helsinki ha creato instabilità dal momento in cui la Finlandia condivide con la Russia un confine lungo più di mille chilometri, e ciò ha destato non poche reazioni da parte della Russia, la quale ha subito recriminato al Patto Atlantico il non rispetto delle decisioni stabilite nel 1990, quando proprio a febbraio dello stesso anno, si tenne il colloquio tra il segretario di stato americano James Baker e il leader dell’URSS Mikhail Gorbaciov, in cui tutto si risolse stabilendo la non espansione della giurisdizione NATO ad oriente, contraccambiando l’accordo sovietico della riunificazione della Germania.
Tutto ciò è sito lungo l’asse degli anni che ripercorrono la Guerra fredda, quando sull’Europa calò la “Cortina di ferro” metafora che venne utilizzata per la prima volta da Winston Churchill, al fine di idealizzare da un punto di vista ideologico la mastodontica separazione tra il blocco occidentale e quello orientale, ossia quella sorta di bipolarismo venutosi a creare tra USA e URSS conducendo sull’apice dell’evidenza la faglia tra il mondo capitalista e quello orientale.
In parte il risanamento della frattura ci fu in seguito alla caduta del Muro di Berlino nel 1989, che rappresentò per l’Europa e per il resto del mondo la dissoluzione di uno dei confini più controllati che fino ad allora erano in rilievo a livello globale; legittimando la democrazia liberale come sistema di governo vincente, capace di porre fine ad un’ideologia rivale, spianando la strada dell’evoluzione verso uno stato universale e omogeneo.
La cronistoria della NATO è stata segnata dalla caduta del muro, evento storico che la modellò in una forma di partenariato dal carattere collaborativo, adibendole un equipaggiamento politico-militare. Alleanza che dal un punto di vista politico deve impegnarsi al sostentamento e alla salvaguardia dei valori democratici, consentendo agli stati membri il confronto in materia di difesa nel lungo termine restando uniti su unica posizione, cercando di eludere possibili conflitti; mentre da un punto di vista militare, la garanzia all’impegno della risoluzione pacifica di potenziali controversie.
Di certo la decisione da parte del governo finlandese di interrompere la linea neutrale auspicando così all’approccio atlantico, è stata dettata dall’inusuale mossa da parte della Russia di invadere l’Ucraina. Tale accadimento bellico, è risuonato come campanello dall’allarme in seguito alle svariate minacce avanzate da Mosca nei confronti dei suoi vicini territoriali.
L’arcano che resta irrisolto, abbraccia l’entrata della Finlandia all’interno della NATO e quanto questa vicenda potrebbe gravare su un eventuale riapertura di faglia, che rischierebbe di riportare in luce il tracollo geopolitico disegnato in passato, rischiando di trascinare il fronte NATO in rotta di collisione con il fronte russofono. Anche se il sistema atlantico, cercherebbe di evitare in ogni modo collisioni di carattere bellico che farebbero ripiombare l’emisfero boreale nel baratro.