Francia. Cugini francesi, terroristi italiani e disinformazione quotidiana

di Ciro Maddaloni

Dalle principali agenzie di stampa nazionali apprendiamo che il Trattato del Quirinale per una “cooperazione bilaterale rafforzata” fra Italia e Francia, sottoscritto lo scorso 26 novembre a Roma, è stato approvato sia dalla Camera dei Deputati sia dal Senato.
Il Trattato “Comprende un preambolo e 12 articoli, accompagnati da un programma di lavoro”operativo e adattabile nel tempo. La collaborazione va dalla difesa all’immigrazione, dalla cultura alle frontiere comuni, dall’economia ai giovani, dallo spazio allo sviluppo sociale e sostenibile”.
Non molti cittadini in Italia, inclusi a quanto pare i nostri politici, sanno che in Francia ci sono almeno 50 terroristi appartenenti alle Brigate Rosse, Prima Linea, NCC Nucleo comunisti combattenti, Potere Operaio, Lotta Continua ed Autonomia Operaia fuggiti all’estero ed ancora latitanti grazie alla complicità di stati quali Algeria, Angola, Argentina, Brasile, Cuba, Libia, Nicaragua e, soprattutti, la Francia dove si sono rifugiati almeno 30 (su 50) dei terroristi fuggiti dall’Italia negli anni ‘70-’80.
La stragrande maggioranza dei cittadini francesi, come quelli italiani, ignorano questa vergognosa realtà, come ha fatto emergere chiaramente Alexandre Del Valle, durante la trasmissione televisiva su BFM l’8 febbraio 2019.
L’incredulo e balbettante conduttore, chiaramente sorpreso ed imbarazzato da questa notizia, ha fatto ripetere più volte al professor Del Valle qualcosa che lui stesso non riusciva a credere di aver sentito.
Si ricorda che la Francia nel 1982 ha addirittura fatto una legge speciale per evitare che questi criminali potessero essere arrestati in Francia ed estradati in Italia. Parliamo di terroristi che si sono macchiati di reati gravissimi: Giorgio Pietrostefani, ad esempio, fondatore con Adriano Sofri di Lotta Continua, è stato condannato a 22 anni per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi e si è rifugiato in Francia negli anni ‘80; oppure Cesare Battisti che ha prima vissuto in Francia, poi in Brasile e finalmente estradato in Italia.
Ma il governo francese, che all’epoca vedeva maggioritario il Partito Socialista e presidente della Repubblica era François Mitterrand, adottò nel Consiglio dei ministri il 10 novembre 1982 la legge che prevedeva che “La Francia valuterà la possibilità di non estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili”, nel caso di richieste avanzate da Paesi “il cui sistema giudiziario non corrisponda all’idea che Parigi ha delle libertà”.
Quindi per la Francia il nostro sistema giudiziario non garantisce i livelli minimi di libertà….
Questa è l’opinione dei nostri “cugini” d’oltralpe sull’Italia e sul suo sistema giudiziario. E nessuno ha mai fatto nulla per cancellare quest’onta e questa mancanza di rispetto da parte di un Paese alleato, confinante che condivide con l’Italia un posto di rilievo all’interno dell’Unione Europea e che rappresenta per noi un partner commerciale importante.
Nel 2021 con una operazione speciale che ha portato all’arresto di 7 persone ricercate per reati di terrorismo commessi in Italia, il presidente Macron ha deciso di dare un contentino all’Italia sull’annosa disputa relativa agli esponenti di organizzazioni armate che si sono rifugiati in Francia a partire dagli anni 80. Ma rimangono almeno un altro centinaio di persone su cui pende un mandato di cattura europeo (European Arrest Warrant) che continuano a restare indisturbate in Francia.
Gli imprenditori francesi, quelli che negli ultimi 20 anni hanno fatto shopping in Italia, anche e soprattutto grazie alla benevolenza della nostra classe politica nazionale, si rendono conto del rischio che corrono investendo in un Paese “il cui sistema giudiziario non corrisponda all’idea che ha la Francia di libertà?”.
Si direbbe di no considerando che stanno comprando praticamente tutto nei vari settori industriali, passando dalla moda alle telecomunicazioni, dalle banche alle aziende casearie ed agroalimentari.
Bene, benissimo ha fatto il professor Del Valle a ricordare sulla televisione francese BFM questo incredibile abominio.
Ci saremmo aspettati che in occasione della firma del Trattato del Quirinale per una “cooperazione bilaterale rafforzata” si fosse messo sul piatto della trattativa anche un articolo per sanare totalmente e definitivamente questa annosa è vergognosa pendenza.
Non si sta proponendo una forma di “vendetta” postuma, anche perché i soggetti coinvolti sono tutti ultra settantenni, quindi non certamente da mettere in prigione. Troppo tempo è passato da quel periodo buio della nostra Democrazia.
Si tratta solo di sanare un affronto verso il nostro Paese perpetrato da un altro Paese con cui abbiamo deciso di siglare una “cooperazione bilaterale rafforzata”.

Articolo in mediapartnership con il Giornale Diplomatico.