Francia. Gilet gialli: Macron fa concessioni, ma chi protesta vorrebbe una rivoluzione

di Guido Keller –

Chi siano e dove vogliono andare i “Gilet gialli” francesi non è chiaro a nessuno. Forse nemmeno a loro, dal momento che in occasione dell’edizione di ieri delle proteste, la quinta consecutiva e comunque più ridotta nei numeri, sono circolate proposte e controproposte, un po’ come si usava ai tempi della Rivoluzione.
Dal presidente Emmanuel Macron al momento hanno ottenuto la sospensione dell’aumento dei prezzi di 6,5 centesimi per il diesel e di 2,9 centesimi per la benzina, l’aumento di 100 euro al mese per oltre un milione e 200mila lavoratori e la detassazione degli straordinari, uno scherzetto da 10 miliardi che porta la Francia a sforare il 3 per cento del deficit, ma tra proposte internet e cartacee è girato di tutto, compreso l’inserimento in Costituzione dei referendum di iniziativa popolare, la creazione di un’assemblea di elettori estratta a sorte, l’uscita dalla Nato, la riduzione delle tasse e dei privilegi dei politici e un limite massimo per legge della pressione fiscale.
Il messaggio, insomma, è che i cittadini-lavoratori vogliono stare meglio dopo secoli di lotte, mentre stipendi e pensioni sono erosi da una pressione fiscale dovuta a scelte fatte da chi governa non sempre comprensibili.