Francia. Il governo contro il certificato di verginità

di C. Alessandro Mauceri

Dopo la decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante francese assassinato il 16 ottobre solo per aver parlato di alcune delle vignette del giornale satirico Charlie Hebdo, già oggetto di attacchi qualche anno fa, la polizia ha effettuato decine di perquisizioni e il governo ha deciso di chiudere la moschea di Pantin, nel sobborgo parigino di Seine-Saint-Denis (per ora per sei mesi). Chiusa anche Cheikh Yassine, un’associazione accusata di essere vicina a Hamas, il gruppo radicale palestinese e secondo il presidente francese “implicata direttamente” nell’omicidio di Paty: il suo cofondatore, Abdelhakim Sefrioui, è stato arrestato qualche giorno prima. E oltre 200 persone con doppia cittadinanza, francese e di un altro paese, sono state espulse. Il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha parlato di 51 associazioni, scuole religiose e moschee.
Macron ha convocato un “consiglio di Difesa” con ministri e rappresentanti della forze dell’ordine, e ha annunciato una stretta alle misure di sicurezza per le scuole e “atti concreti” contro le fazioni più pericolose dell’Islam radicale. In una nota pubblicata sul Wall Street Journal, il ministro dell’Interno Gérard Darmanin ha detto che la Francia deve “smettere di essere naïf, non c’è riconciliazione con l’Islam radicale”. Secondo Darmanin il problema non è limitato all’uccisione di Paty: quella del governo è un cambio di rotta delle politiche verso l’Islam radicale.
Già qualche settimana fa c’erano stati segnali di insofferenza. Lo stesso Darmanin e la sottosegretaria alla cittadinanza Marlene Schiappa, in riferimento ad una nota dell’Ordine dei Medici, avevano annunciato la volontà di far approvare una legge che vieta i “certificati di verginità” emessi dai medici spesso prima di matrimoni islamici. I medici che dovessero rilasciare questo certificato potrebbero rischiare la reclusione fino a un anno di carcere e una multa di 15mila Euro. Secondo Marlene Schiappa, la nuova norma dovrebbe combattere la poligamia nel paese e fornire una salvaguardia contro i matrimoni forzati. La legge intenderebbe combattere quello che definisce “separatismo islamico”.
In Francia i certificati di verginità sono più comuni di quanto si immagina: secondo France 3TV, quasi un medico francese su tre afferma di essere stato invitato a rilasciare un certificato che “dimostri” la verginità di una donna. Una pratica che violerebbe apertamente i diritti umani e che è stata condannata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo la quale non dimostrerebbe se una donna o una ragazza ha avuto o meno rapporti sessuali.
Contro al decisione del presidente Macron sono insorte alcune associazioni di medici: un gruppo di ginecologi e medici francesi, tra i quali il direttore del reparto ostetricia-ginecologia dell’ospedale Bicêtre di Parigi, la presidente del collettivo femminista Cfcv Emmanuelle Piet e il presidente di Gynécologie Sans Frontières Claude Rosenthal, hanno presentato un documento pubblicato sul giornale francese Libération, nel quale considerano la proposta dell’esecutivo parte di una politica votata al “separatismo”, in particolare islamico; una politica che metterebbe in pericolo le ragazze che vivono in famiglie integraliste. “Siamo decisamente contrari ai test di verginità” hanno dichiarato “È una pratica barbara, retrograda e totalmente sessista. In un mondo ideale, tali certificati dovrebbero naturalmente essere rifiutati”. Ciò nonostante “ci capita di dover fornire questo certificato a una giovane donna per salvarle la vita, per proteggerla perché è indebolita, vulnerabile o minacciata”.
Dello stesso avviso ANCIC, un’organizzazione francese che fornisce consigli su aborto e contraccezione, che ha dichiarato che, più che un divieto, sarebbe necessario compiere un lavoro di informazione per eliminare questa pratica. L’associazione, che pure sarebbe favorevole alla posizione del governo contro i “test di verginità”, ha avvertito che in alcuni casi questo “divieto negherebbe semplicemente l’esistenza di tali pratiche, senza farle sparire” e metterebbe in pericolo le donne. La dottoressa Ghada Hatem, ginecologa francese, ha dichiarato a France Inter News che, sebbene in un anno le vengano richiesti “al massimo” tre di questi certificati, li fornisce solo a donne e ragazze che temono ritorsioni violente. “Ciò che dovrebbe scioccare”, hanno dichiarato alcuni medici, “non è che un medico scriva un certificato del genere senza alcun valore legale, ma che, nel 2020, il requisito della verginità sia ancora così diffuso”.
Ieri in una celebrazione alla Sorbona, la più importante università francese, alla presenza del presidente Macron, a Samuel Paty è stata consegnata in maniera postuma la Legione d’onore, la massima onorificenza francese.