Francia. Il grande bluff dell’ombrello nucleare

di Giuseppe Gagliano

C’è qualcosa di quasi grottesco nell’entusiasmo con cui Polonia e Lituania hanno accolto l’idea di Emmanuel Macron di estendere il deterrente nucleare francese agli alleati europei. Non si sa se ridere o preoccuparsi. Mentre l’Europa si avvita in un’escalation di tensioni con la Russia, Parigi, da sempre abile nell’arte della grandeur a parole, cerca di vendere un’illusione spacciandola per una strategia difensiva. Il problema? Non c’è nulla di concreto.
Macron ha parlato di “discussioni strategiche” e della necessità per l’Europa di emanciparsi dalla protezione americana. Un’idea che detta così suona bene. Peccato che il deterrente nucleare francese sia esattamente quello che è: francese. Non esiste alcun meccanismo di condivisione, nessun sistema operativo che coinvolga altri Paesi, nessuna garanzia che la Francia userebbe davvero i suoi missili nucleari per proteggere Varsavia o Vilnius.
I francesi hanno sempre concepito il loro arsenale nucleare come uno strumento di protezione esclusivamente nazionale. Anche ai tempi della Guerra Fredda, quando la minaccia sovietica incombeva, Parigi ha sempre rifiutato ogni ipotesi di condivisione della deterrenza nucleare. E ora, d’improvviso, dovremmo credere che la Francia sia pronta a mettere a disposizione di terzi la sua dottrina strategica? Fantascienza.
Il fatto che Polonia e Lituania abbiano colto al volo questa proposta dimostra quanto l’Europa orientale sia ormai disperata nel cercare protezione contro la Russia. Varsavia in particolare sta perseguendo una corsa al riarmo frenetica, con la prospettiva di costruire un esercito da 500mila uomini. Peccato che la Polonia, così come la Lituania, continui a vivere nella contraddizione geopolitica più totale: da un lato chiede maggiore indipendenza strategica dall’America, dall’altro non perde occasione per mendicare la protezione nucleare di Washington e ora anche quella, illusoria, di Parigi.
Questa confusione strategica è il vero problema. L’Unione Europea non ha un concetto unitario di difesa, non ha capacità di deterrenza autonome, non ha un comando militare integrato e non ha un’industria bellica in grado di reggere il confronto con le potenze globali. La guerra in Ucraina ha dimostrato che il Vecchio Continente è totalmente dipendente dagli Stati Uniti per l’equipaggiamento, l’intelligence e la logistica. Pensare che la Francia possa sostituire questo sistema è un’ingenuità colossale.
Macron non è uno stupido. Sa benissimo che la Francia non può e non vuole farsi carico della sicurezza nucleare dell’Europa. Allora perché lanciare questa proposta? La risposta è semplice: Parigi vuole posizionarsi come leader europeo della difesa per rafforzare il proprio peso politico. In un’Unione Europea dove la Germania è sempre più isolata e l’America sempre più incerta, la Francia vuole ergersi a potenza di riferimento.
Ma giocare con il deterrente nucleare in questo modo è pericoloso. Se la Russia dovesse percepire questa mossa come un tentativo di minacciare direttamente la sua strategia di sicurezza, la risposta potrebbe essere tutt’altro che diplomatica. La deterrenza nucleare non è un argomento da talk show: è una questione di vita o di morte. E se la Francia – un Paese con una storia di ambiguità e ripensamenti in politica estera – pensa di poter convincere il Cremlino con discorsi altisonanti, rischia solo di spingere l’Europa ancora più vicino all’abisso.
L’entusiasmo con cui Polonia e Lituania hanno accolto la proposta francese dimostra quanto l’Europa sia alla deriva in termini di sicurezza. Le grandi potenze europee non hanno un piano concreto per la difesa del continente. La NATO è sempre più debole, la dipendenza dagli Stati Uniti è totale e la Francia cerca di vendere un deterrente nucleare che non condividerà mai davvero.
Se l’Europa vuole davvero difendersi, servono investimenti reali, una politica industriale per la difesa, un comando militare unificato e una visione strategica indipendente. Altrimenti, continueremo a vedere leader europei rincorrere fantasmi, mentre il mondo intorno a noi si fa sempre più pericoloso.