Francia. Intelligence: ruolo centrale al Cnrlt

di Roberto Favazzi

A lungo emarginato, il ruolo del National Intelligence and Counterterrorism Coordinator (Cnrlt) francese sta assumendo un peso senza precedenti nella comunità dell’intelligence. Il titolare dell’incarico, l’ex segretario di Stato all’Interno Laurent Nunez, ha recentemente ottenuto un ruolo decisivo dal premier Jean Castex difronte a ministeri recalcitranti, abituati a trattare in modo autonomo. Castex ha emesso una circolare in cui specificava le nuove attribuzioni di Laurent Nunez, ottenute attraverso una dura lotta di potere: diventa imperativo attuare un coordinamento tra agenzie di intelligence. Il Cnrlt può infatti trasmettere istruzioni dall’Eliseo, non solo ai vertici dei servizi di intelligence, ma anche ai ministri responsabili di detti servizi. Il primo interessato resta il Ministero delle Forze Armate, nonché il servizio posto sotto la sua vigilanza, la DGSE.
Dal 2017 e dall’elezione di Emmanuel Macron i vari enti hanno continuato ad occuparsi di questioni di intelligence attraverso i canali diretti all’Eliseo, consultando il Cnrlt solo per questioni di coordinamento. Tuttavia la circolare richiama e pome le linee di un CNRLT incaricato non solo del coordinamento dei servizi, ma più in generale della politica di intelligence. Il presidente del Consiglio, pur insistendo sull’articolazione interministeriale della politica di intelligence condotta dal Cnrlt sotto l’autorità di Matignon, amplia le prerogative di Laurent Nunez. Il Cnrlt coordina ora tutti gli aspetti relativi all’intelligence e all’antiterrorismo. Inoltre il Cnrlt sarà d’ora in poi associato ad iniziative di cooperazione internazionale, finora lasciate all’iniziativa dei servizi e dei loro ministeri di vigilanza. Allo stesso modo il suo ufficio centralizza le questioni legali, in particolare le richieste di modifiche legislative.
Ultimo punto: d’ora in poi il Cnrlt dovrà coordinare anche la comunicazione dei servizi, abituati ad avere un margine di manovra troppo autonomo in questa materia. Certamente fra gli scopi di questa riforma vi è quello di potere controllare politicamente l’operato delle agenzie rafforzando così le prerogative dell’esecutivo. In secondo luogo Macron vuole evitare di essere oggetto di attacchi come quello relativo ai Macron leaks sperando di anticiparli. Sulla carta parrebbe una riforma per ottimizzare l’efficienza informativa ed operativa. Ma nella realtà è molto probabile come dimostra la storia di riforme analoghe in Europa incrementerà la lotta di potere fra servizi gelosi della loro autonomia.