Francia. Macron, le drag queen e il soft power

di Giuseppe Gagliano

Non c’è dubbio che le Olimpiadi, come quelle organizzate dalla Francia, possano rafforzare il soft power di un paese a livello politico. Tuttavia l’organizzazione di queste Olimpiadi ha sollevato numerose polemiche, evidenziando una natura divisiva che potrebbe avere conseguenze negative tanto sul piano interno quanto su quello internazionale. La decisione di includere elementi controversi, come le performance di drag queen e i riferimenti considerati blasfemi, ha suscitato reazioni contrastanti soprattutto tra le popolazioni tradizionaliste, che Macron sperava di influenzare attraverso il soft power francese.
L’intento originario delle Olimpiadi, oltre a celebrare lo sport e l’unità, è spesso quello di proiettare un’immagine positiva del paese ospitante, migliorando le relazioni internazionali e consolidando l’influenza politica globale. Tuttavia, in questo caso, le scelte organizzative sembrano aver acuito le divisioni, sia all’interno della Francia che all’estero. In un contesto globale dove la Francia sta cercando di proiettare la propria influenza in Africa-Subsahariana, nel mondo arabo e nel Caucaso, una cerimonia che contrasta con i valori tradizionali di queste regioni potrebbe rivelarsi controproducente.
A livello interno le Olimpiadi non sembrano destinate a rafforzare il potere politico di Macron. Le sue politiche spesso percepite come lontane dalle preoccupazioni quotidiane dei cittadini francesi, non troveranno giovamento in un evento che ha generato polemiche e disaccordo. L’immagine di un presidente che privilegia il virtue signaling nei circoli liberal piuttosto che affrontare le reali sfide del paese può erodere ulteriormente il suo consenso. La percezione che Macron organizzi eventi grandiosi più per alimentare il proprio ego che per il beneficio del paese non aiuta a rafforzare la sua posizione politica.
In termini di politica estera le Olimpiadi difficilmente cambieranno il corso delle scelte fatte da Macron, che molti critici considerano fallimentari. La Francia ha cercato di mantenere un ruolo influente in varie regioni strategiche, ma spesso con risultati deludenti. L’iniziativa di normalizzazione con la Siria, nonostante le critiche interne e internazionali, è un esempio di queste scelte controverse. Anche il tentativo di proiettare influenza in Africa e nel Medio Oriente è stato ostacolato dalla concorrenza di altri attori globali come Russia e Turchia, che spesso adottano un approccio più pragmatico e tradizionalista, meglio accolto dalle popolazioni locali.
In definitiva, mentre le Olimpiadi rappresentano un’opportunità per rafforzare il soft power, l’organizzazione di quest’anno sembra aver accentuato le divisioni e aver mancato l’obiettivo di consolidare il potere politico di Macron, sia a livello nazionale che internazionale. Le scelte fatte per l’evento riflettono una disconnessione tra l’élite politica e le preoccupazioni reali delle popolazioni che Macron spera di influenzare, evidenziando le sfide persistenti della sua amministrazione nel riconciliare le ambizioni globali con la realtà politica e sociale.