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E’ ormai diventato un problema evidente l’antisemitismo che emerge in Francia, una situazione giudicata allarmante che ha spinto il presidente Emmanuel Macron a recarsi con il rabbino capo di Francia al cimitero ebraico di Quatzenheim, in Alsazia, dove nella notte un’ottantina di tombe sono state profanate.
Solo pochi giorni fa, a margine della 14ma edizione delle manifestazioni dei Gilet gialli, alcuni di loro hanno riconosciuto il noto filosofo e giornalista, discendente di una famiglia di ebrei polacchi scampati all’Olocausto, e lo hanno apostrofato con frasi razziste e insulti del genere “sionista di merda”, “sporco ebreo”, “la Francia è dei francesi”.
L’intervento immediato degli agenti, che si sono schierati fra Finkielkraut e i manifestanti, ha scongiurato il degenerarsi della situazione, ma al Journal du Dimanche il filosofo ha riferito di aver temuto per la sua incolumità e di aver percepito un “odio assoluto”.
Sono tuttavia diversi e sempre più frequenti gli episodi legati all’antisemitismo in Francia, e Macron ha oggi affermato che “L’antisemitismo è la negazione della Repubblica e della Francia” e che “Ogni volta che un francese viene insultato, minacciato, o peggio ferito od assassinato perché ebreo, egli rappresenta la Repubblica”. “Nella Repubblica non spetta agli ebrei difendersi ma alla repubblica difenderli”.
Non si è tuttavia detto dell’idea, proposta da una trentina di deputati, di aggiungere l’antisionismo al reato di antisemitismo: “Non penso che penalizzare l’antisionismo sia una buona soluzione”, ha affermato Macron