di Guido Keller –
La guerra dei porti chiusi ai migranti vede oggi un’inedita presa di posizione da parte della Francia. O meglio, una palese contraddizione del ministro degli Affari europei Nathalie Loiseau.
La nave Aquarius 2 dell’ong Sos Méditerranée, che ieri si è vista levare la bandiera dal Panama che l’aveva registrata, è ancora una volta a zonzo per il Mediterraneo con a bordo 58 naufraghi raccolti al largo della Libia. L’equipaggio ha respinto la richiesta formulata dalle autorità libiche di restituzione dei migranti, per cui è ancora una volta iniziata l’odissea dei porti chiusi di Malta e dell’Italia.
In mattinata il ministro francese degli Affari europei Nathalie Loiseau si è scagliata verso l’Italia accusandola di agire “contro il diritto, contro l’umanità” per via dei porti chiusi ai migranti, ed ha ribadito che in base alle leggi del mare i naufraghi devono essere sbarcati nel “porto sicuro” più vicino, cioè “come sanno tutti, si tratta dell’Italia o di Malta”.
Loiseau, dimentica del fatto che la Francia non ha mai aperto i porti alle navi delle ong, neppure quando queste andavano dalla Libia alla Spagna, è stata poco dopo smentita dall’evidenza del suo collega di governo, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire, il quale sulla Bfm-Tv-Rmc ha dichiarato che i porti francesi restano chiusi e che “per ora la Francia dice no” all’arrivo dell’Aquarius a Marsiglia. Aggiungendo che i profughi vanno accolti mentre “dobbiamo dire no alla migrazione economica”, Le Maire ha ribadito la necessità di una soluzione europea. La stessa musica che l’Italia si sente dire da anni.