di Shorsh Surme –
Sabato un centinaio di parlamentari francesi, principalmente di sinistra, hanno denunciato la “politica di guerra” del presidente turco Recep Tayyip Erdogan contro i curdi nel nord della Siria, meglio conosciuto come Rojava.
Mentre il resto del mondo si è concentrato sull’Ucraina, dove si moltiplicano i crimini di guerra della Russia, Erdogan “sta pianificando di lanciare un’ennesima sanguinosa offensiva contro Kurdistan Siriano”, hanno affermato i parlamentari in una dichiarazione ripresa ampiamente in tutta la Francia.
Il presidente turco “sta approfittando” dello status di perno della Turchia, in quanto membro della NATO e in buoni rapporti sia con Mosca che con Kiev, “per ottenere un assegno in bianco dall’Alleanza Atlantica al fine di intensificare i suoi attacchi nel nord della Siria”, secondo la dichiarazione della senatrice comunista Laurence Cohen.
Nel rapporto viene sottolineato che “i Paesi occidentali non devono più voltarsi dall’altra parte”, hanno dichiarato i deputati e senatori, perlopiù appartenenti a partiti di sinistra ed ecologisti. A loro si sono aggiunti alcuni esponenti dei Repubblicani di destra (LR) e del partito di governo del presidente Emmanuel Macron.
Hanno chiesto all’occidente di “garantire la protezione degli attivisti e delle associazioni curde presenti sul territorio europeo”.
I firmatari hanno esortato la Francia a sottoporre la questione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “per dichiarare una no-fly zone nel nord della Siria e porre i curdi siriani sotto protezione internazionale”.
Hanno inoltre chiesto che l’Amministrazione autonoma della Siria settentrionale e orientale (AANES) “ottenga il riconoscimento internazionale”.
Erdogan minaccia di lanciare una nuova offensiva militare contro le aree controllate dai curdi nel nord della Siria, dove vuole stabilire una zona cuscinetto di 35 chilometri lungo il confine, nel territorio siriano.
Negli ultimi sei anni la Turchia ha lanciato una serie di offensive in Siria, l’ultima delle quali nel 2019, quando ha condotto un attacco aereo e di terra contro le milizie curde dopo il ritiro delle truppe americane da parte dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Erdogan ha esortato Russia e Iran a sostenere i suoi sforzi, affermando in un vertice dei tre della scorsa settimana che “continueremo la nostra lotta contro le organizzazioni terroristiche”.