Francia. Scontri e violenze per la quarta edizione dei “Gilet gialli”

di Guido Keller

Nuova giornata di aspri scontri in Francia, per quello che i manifestanti hanno definito “l’assalto finale all’Eliseo”. Se di un attacco vero e proprio al palazzo presidenziale non si è parlato, le immagini che sono arrivate da Parigi sono quelle di un campo di battaglia, con i “Gilet gialli”, tra i quali si sono infiltrati black block e casseur di estrema destra e di estrema sinistra, che hanno ingaggiato scontri con la polizia, vandalizzato negozi e distrutto qualsiasi cosa c’era per strada.
Immagini non nuove rispetto alle tre precedenti manifestazioni, per quanto già prima degli assembramenti la polizia aveva provveduto a fermare 278 persone nella capitale e a sequestrare maschere, martelli e fionde: ancora oggi oggetti lanciati contro gli agenti, gas lacrimogeni ed idranti dall’altra parte, quattro veicoli incendiati nella zona degli Champs-Elysées, numerose saracinesche di negozi e banche divelte, colonne di fumo si alzano ovunque passano i manifestanti. Alla fine i fermati sono stati 1.220 in tutto il paese.
Il ministero dell’Interno ha indicato nel numero di 8mila i partecipanti della protesta a Parigi, mentre altri 25mila sono scesi nelle strade di altre città francesi. Nonostante l’imponente dispiegamento di poliziotti, 8mila, e di mezzi le violenze sono state contenute a stento ed con fatica si è riusciti a tenere separati i gruppi di facinorosi.
La protesta è nata sui social per la riduzione degli sgravi fiscali sui carburanti voluta dall’amministrazione Macron: essa avrebbe comportato un aumento dei prezzi di 6,5 centesimi per il diesel e di 2,9 centesimi per la benzina ed è stata presa dal ministro per la Transizione ecologica Francois de Rugy, il quale aveva fatto sapere di voler tirare dritto, ma poi il governo ha fatto una marcia indietro sospendendo l’iniziativa.
Le manifestazioni hanno tuttavia assunto le caratteristiche di una protesta antigovernativa tout court, comprendendo studenti, disoccupati, migranti e quant’altro, mentre anche nel vicino Belgio la polizia ha dovuto fare frontr a identiche manifestazioni nella capitale Bruxelles, dove sono state fermate 400 “teste calde” e negli scontri un poliziotto è rimasto ferito.
Un centinaio di Gillet gialli si sono fatti vivi anche alla frontiera di Ventimiglia, dove tra i cori della Marsigliese hanno rallentato il traffico, in particolar modo i mezzi diretti verso l’Italia.