Francia. Terremoti causati dallo sfruttamento dell’energia geotermica

di C. Alessandro Mauceri

Il 26 Giugno scorso i sismografi francesi e tedeschi hanno registrato diverse scosse sismiche: la più grave, vicino la città di Strasburgo, di forza 4.4 gradi della scala Richter con epicentro ad una profondità di dieci chilometri. Un evento che, sebbene con poche conseguenze per persone e cose, ha destato preoccupazione in quanto insolito. Nel capoluogo dell’Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena sono stati avvertiti anche diversi boati, ma non sono stati segnalati danni. Paura anche alla sede del Parlamento europeo, che dista solo tre chilometri dall’epicentro.
La ricerca spasmodica di nuove forme di energia alternative agli idrocarburi è da sempre ardua e costellata di insuccessi. Ruolo importante in questa percorso è rivestito dalla geotermia, che rappresenta una fonte di energia rinnovabile e disponibile in abbondanza: in Italia la produzione di energia elettrica da questa fonte è concentrata principalmente in Toscana, dove soddisfa oltre il 30% della domanda di energia elettrica e rappresenta complessivamente poco meno del 2% della produzione totale nazionale. Per questo negli ultimi decenni la produzione è cresciuta notevolmente grazie all’installazione di nuove centrali geotermiche.
Ma anche questa fonte energetica non è priva di effetti collaterali legati al processo di estrazione che genera nuove “fratture”. La loro dimensione può dipendere dalla pressione e dal flow-rate di iniezione, dalle caratteristiche idro-meccaniche delle rocce e dal campo di stress, ma è solitamente nell’ordine di pochi centimetri/decimetri e causa spesso eventi sismici definiti di natura antropica o più genericamente “terremoti indotti”, la cui energia e quindi la magnitudo è generalmente bassa. Ma se i fluidi iniettati incontrano faglie preesistenti si può assistere ad una riduzione della coesione della faglie stesse e possono generarsi terremoti di maggiore energia. Come quelli che si sono verificati negli ultimi mesi in Francia.
Progettato per l’uso diretto del calore geotermico, l’impianto geotermico profondo di Rittershoffen è uno tra i pochissimi impianti di questo tipo in funzione in Europa e nel mondo, non oltre una cinquantina quelli esistenti. Finora le prove di produzione e di circolazione eseguite dopo la fase di perforazione non avevano presentato conseguenze rilevanti e avevano consistito di mantenere indici di produttività abbastanza alti. Per questo nel 2015 è iniziata la costruzione del circuito di trasporto del calore e dell’impianto geotermico: commissionato a maggio 2016, da allora è in continua attività. Questi impianti prevedono l’iniezione a profondità variabili di notevoli quantitativi di acqua ad alta pressione. Le scosse si verificano solitamente durante due tipi di operazioni: perdite di fango durante la perforazione dei pozzi o stimolazioni termiche e idrauliche degli stessi. Scosse possono essere rilevate anche giorni dopo la stimolazione idraulica principale. Dal 2013 sono attivi diversi sistemi di monitoraggio sismico (1D, 2D e 3 D) dell’impianto in Alsazia.
Le scosse sismiche rilevate non avevano creato preoccupazioni essendo di bassa intensità. Tra il 2012 e il 2014 lo sviluppo del campo geotermico profondo di Rittershoffen, in Alsazia, Alto Reno Graben, aveva causato una sismicità che i geologi definiscono “infeltrita” di magnitudo locale inferiore a 1,6. Il 26 maggio 2014 una delle punte di perforazione rimase bloccata ad una profondità di 1862 metri. Nel tentativo di liberare il foro la pressione del fango aumentò, causando una sismicità indotta. Fu uno dei primi terremoti registrati associati a questo impianto. Da allora sono stati 1300 i terremoti le cui cause sono verosimilmente imputabili a questi impianti. Ma nessuno aveva mai raggiunto i livelli delle scosse dei giorni scorsi.
Secondo Renass, l’Istituto transalpino per l’osservazione sismologica, a causare le scosse sarebbero stati alcuni test geotermici effettuati nella centrale alsaziana della Fornoche, azienda specializzata nel settore delle energie rinnovabili.
Il 4 dicembre 2020 era stato registrato un terremoto indotto di magnitudo 3.5 causato dai due pozzi che hanno raggiunto la profondità di 5mila metri. Un evento che spinse le autorità a fermare il progetto. Ora la situazione pare essere peggiorata e non è ancora chiaro cosa abbia prodotto un terremoto così forte.