FSM. L’indipendenza dell’isola di Chuuk nella geopolitica di Stati Uniti e Cina

di Alberto Galvi

Lo scontro economico militare tra Stati Uniti e Cina si ripercuote anche in Oceania ed in particolare nei paesi della FAS ( Freely Associated States) che comprende gli FSM (Federated States of Micronesia ), Isole Marshall e Palau, che stanno subendo gli effetti della crescente pressione cinese.
Gli FSM sono una repubblica federale situata nella regione occidentale del Pacifico, hanno 110 mila abitanti, di cui 50 mila vivono a Chuuk. Le altre principali isole del paese sono: Kosrae, Pohnpei e Yap, i cui territori sono compresi nelle Isole Caroline.
Gli FSM sono diventati indipendenti nel 1986, con l’entrata in vigore del COFAs (Compacts of Free Association). Attraverso questo accordo internazionale, gli Stati Uniti hanno fornito 15 anni di sostanziali aiuti allo sviluppo degli FSM e altri vantaggi in cambio di un accesso militare esclusivo alla FAS, un’area dell’oceano molto grande quanto gli Stati Uniti continentali.
Intanto il COFAs come è stato deciso nelle modifiche ad esso apportate ed entrate in vigore nel 2004, continua ad essere in vigore a tempo indeterminato. Tra le ratifiche effettuate ci sono anche gli ulteriori 20 anni di assistenza finanziaria agli FSM da parte degli Stati Uniti.
Alla fine del mese scorso, l’isola di Chuuk, ha rinviato un voto referendario sulla secessione per la terza volta dal 2015. Il voto di secessione avrebbe dovuto aver luogo questo mese. Almeno per il momento, la decisione di Chuuk di posticipare il voto è una vittoria significativa nella competizione diplomatica, economica e di sicurezza degli Stati Uniti con la Cina nelle Isole del Pacifico.
La Cina ha sfidato l’influenza degli Stati Uniti in quella regione negli ultimi anni stringendo legami economici più forti con le piccole nazioni insulari dell’Oceania al fine di isolare politicamente Taiwan, con la quale avevano stretto un’alleanza a lungo termine. Per questa ragione la decisione di Chuuk di indire il referendum è così importante per Washington.
Rinunciando nuovamente al referendum per l’indipendenza, Chuuk rimarrà nel COFAs, consentendo agli Stati Uniti di mantenerne l’accesso militare esclusivo. Questa è la terza volta che il voto per l’autonomia dell’isola micronesiana viene rinviato, dopo e il 2015 il 2019.
Le autorità chuukesi affermano che lo Stato sta soffrendo un deficit fiscale rispetto al resto della Micronesia, il che giustifica la loro decisione di cercare l’indipendenza. Il governo micronesiano afferma sia illegale che uno dei suoi Stati federali indica un referendum unilaterale.
La vicinanza di Chuuk a Guam, ha innalzato l’importanza del referendum a un problema di politica internazionale. Guam è un territorio statunitense e ha una posizione strategica importante con una base navale e una aerea.
Inoltre Washington ha avvertito i funzionari chuukesi che avrebbero perso i benefici economici di cui godono ora in virtù dell’accordo tra Stati Uniti e FSM. Se Chuuk diventasse indipendente, uscirebbe dal COVAs e potrebbe facilmente entrare nelle mire di Pechino, creando di conseguenza delle tensioni in quell’area. Il voto per l’indipendenza è stato comunque posticipato al 2022.