Gambia. La Corte Suprema ha respinto le richieste di annullamento dell’elezione di Barrow

di Alberto Galvi

La Corte suprema del Gambia ha respinto le richieste dell’UDP (Partito Democratico Unito), il principale partito di opposizione, di annullare l’esito delle elezioni presidenziali del 4 dicembre da cui è risultato vincitore Adama Barrow con il 53 percento dei voti. Il principale leader dell’opposizione Ousainou Darboe, che è arrivato secondo con il 28 percento delle rpeferenze, ha affermato che la campagna elettorale è stata viziata da tangenti e corruzione, ha accusato la presenza di cittadini stranieri che hanno votato illegalmente e che il voto e lo stesso conteggio dei voti sono stati viziati da irregolarità. Altri due candidati hanno rifiutato di accettare i risultati, adducendo presunti problemi nei seggi elettorali, senza però fornire prove.
Il giudice capo Hassan Jallow nella sentenza ha scritto che l’UDP non ha rispettato le norme procedurali richieste dalla procedura per la presentazione di una mozione, tra cui un deposito cauzionale. Inoltre lo stesso aprtito non ha informato Barrow della denuncia entro i cinque giorni previsti dalla presentazione della causa.
Darboe non ha indicato se lui o il suo partito continueranno a contestare i risultati delle elezioni, anche se le decisioni della Corte suprema sono definitive e non possono essere impugnate. Barrow come presidente eletto ha promesso di fissare limiti di mandato e riforme che prevedono l’elezione del rpesidente a maggioranza assoluta.
Barrow è diventato presidente del Gambia dopo aver spodestato nel 2016 l’ex dittatore Yahya Jammeh, che poi è fuggito in Guinea Equatoriale. Nel 2017 ha istituito una Commissione per la verità e la riconciliazione finalizzata ad indagare sulle atrocità commesse durante i 22 anni di governo di Jammeh. La Commissione nei giorni scorsi si è raccomandata che l’ex dittatore fosse processato davanti a un tribunale internazionale data la gravita dei reati di cui è accusato.