Gas: dopo Angola e Repubblica del Congo si guarda al Mozambico

di Enrico Oliari

La diplomazia italiana continua a muoversi per garantire al paese le forniture di gas in sostituzione di quello russo, a cui si intende gradualmente rinunciare a causa della crisi ucraina.
Il ministro degli Esteri Luigi di Maio e quello della Transazione ecologica Roberto Cingolani si sono recati in questi giorni nella Repubblica del Congo e in Angola per concordare un aumento delle forniture di gas, un quantitativo che gira intorno ai 7 miliardi di metri cubi all’anno, ma che si aggiunge ad altri impegni presi da parte di Algeria, Qatar, Azerbaijan ed Egitto. Con loro l’ad di Eni, Claudio Descalzi.
Tra le tappe manca ancora quella in Mozambico, che sarà a maggio, ma la strada dovrebbe essere in discesa. Di Maio si era recato a Maputo in marzo, ma già nel 2014 Descalzi aveva annunciato che “L’Eni ha fatto in Mozambico la più grande scoperta di gas della sua storia”, ovvero “2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per 30 anni”.
Nel marzo 2016 il governo del Mozambico aveva poi approvato il Piano di Sviluppo del giacimento Coral di Eni per la realizzazione di un impianto di liquefazione offshore (“floating liquefied natural gas” – FLNG), il primo nel continente africano. Gli iniziali investimenti erano stati di 8 miliardi di euro.
Secondo il ministro per la Transizione Ecologia Roberto Cingolani, l’Italia potrebbe sganciarsi dalle forniture russe in 24-30 mesi.