di Alessandro C. Mauceri –
Sono stati pubblicati i risultati dell’indagine interna condotta dall’UNRWA dopo le accuse mosse dalle autorità israeliane circa il coinvolgimento di personale dell’ente delle Nazioni Unite negli attacchi del 7 ottobre 2023.
A darne notizia Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell’UNRWA, che ha parlato di “gravi accuse secondo cui 19 membri del personale dell’UNRWA a Gaza sono stati coinvolti negli orribili attacchi del 7 ottobre nel sud di Israele”.
Il rapporto pubblicato si basa sull’indagine condotta dall’Ufficio dei Servizi di Supervisione Interna (OIOS). Nel report si dice che sono stati “immediatamente rescissi i contratti con il personale in questione” e che, viste le ulteriori accuse portate presentate a marzo e aprile 2024, “il personale interessato è stato aggiunto all’indagine dell’OIOS”.
I risultati dell’indagine confermano che “in un caso, l’OIOS non ha ottenuto alcuna prova a sostegno delle accuse di coinvolgimento del membro del personale”. Pertanto il soggetto coinvolto è rientrato immediatamente a far parte dell’UNRWA. “In altri nove casi le prove ottenute dall’OIOS erano insufficienti a sostenere il coinvolgimento dei membri del personale e l’indagine dell’OIOS su di loro è ora chiusa”. Ma non è stato detto se questi soggetti sono stati reintegrati o meno. Al contrario “Per altri nove casi, le prove, se autenticate e corroborate, potrebbero indicare che i membri dello staff dell’UNRWA potrebbero essere stati coinvolti negli attacchi del 7 ottobre”. Per questi soggetti, Lazzarini ha detto: “Ho deciso che nel caso di questi restanti nove membri dello staff, non possono lavorare per l’UNRWA. Tutti i contratti di questi membri del personale saranno risolti nell’interesse dell’Agenzia”. Per due dei 19 membri del personale accusati il non luogo a procedere deriva dal fatto che sono stati confermati deceduti (ma “l’UNRWA non può confermare le circostanze della loro morte”).
Lazzarini ha tenuto a confermare che l’azione dell’UNRWA non può essere in alcun modo considerata responsabile di coinvolgimento diretto negli attacchi egli estremisti palestinesi del 7 ottobre. Anzi, “ad aprile una revisione indipendente dell’Agenzia da parte di tre rinomati centri di ricerca sotto la guida dell’ex ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha concluso che l’UNRWA ‘possiede un approccio più sviluppato alla neutralità rispetto ad altre entità simili delle Nazioni Unite o delle ONG’. L’Agenzia ha iniziato ad attuare le raccomandazioni della revisione ed è pienamente impegnata a rispettarle”.
Nel comunicato pubblicato nei giorni scorsi, le Nazioni Unite hanno ricordato che l’UNRWA, istituita nel 1949 al fine di fornire assistenza umanitaria e protezione ai rifugiati palestinesi “in attesa di una soluzione giusta e duratura alla loro situazione”, oggi conta quasi 30mila dipendenti in tutta la regione, di cui circa 13mila solo nella Striscia di Gaza.
A giugno scorso, dopo le pensati accuse rivolte dalle autorità israeliane nei confronti dell’UNRWA Lazzarini aveva parlato di un “palese disprezzo per la missione delle Nazioni Unite”, di “attacchi oltraggiosi contro i dipendenti, le strutture e le operazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi”, di “membri del personale dell’UNRWA sono regolarmente molestati e umiliati ai posti di blocco israeliani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”. E del fatto che spesso “le installazioni dell’Agenzia sono utilizzate dalle forze di sicurezza israeliane, da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi per scopi militari”.
Ad oggi, secondo il 133 report dell’UNRWA, dal 7 ottobre scorso al 2 settembre, sono oltre 1,9 milioni gli sfollati interni a seguito dei bombardamenti che continuano incessanti. Solo nell’ultimo periodo l’UNRWA ha fornito assistenza a 215mila famiglie. Sono 13.814 i malati e i feriti che hanno ricevuto assistenza in dieci delle strutture mediche gestite dall’organo delle Nazioni Unite (altri 17 che erano gestiti dall’UNRWA sono stati resi inutilizzabili dai bombardamenti israeliani). Complessivamente sono 190 le strutture delle NU colpite dall’esercito israeliano. Dall’inizio degli scontri sono oltre 450mila i bambini che hanno ricevuto assistenza psicologica e supporto da questa organizzazione. Tutto questo ha avuto un costo pesante in termini di vite umane anche tra il personale dell’UNRWA: 213 sono i funzionari uccisi e 464 quelli feriti.
L’UNRWA non è l’unica agenzia delle Nazioni Unite che affronta il pericolo. Ad aprile colpi d’arma da fuoco hanno colpito veicoli del Programma Alimentare Mondiale e dell’UNICEF, nonostante il coordinamento con le autorità israeliane.
Come aveva già dichiarato Lazzarini ad aprile, quando erano state integrate le indagini, bisogna “distinguere il comportamento degli individui dal mandato dell’agenzia di servire i rifugiati palestinesi. È ingiusto e disonesto attaccare la missione dell’UNRWA sulla base di queste accuse”.
Soprattutto se, sull’altro piatto della bilancia non parla degli oltre 40.400 palestinesi uccisi (dei quali decine di migliaia bambini) e dei 93.534 sono rimasti feriti (dati Ministero della Salute di Gaza).
Ma di questi numeri non si è detto niente. Neanche i media internazionali ne parlano più. Come se continuare ad ammazzare bambini innocenti fosse ormai la “normalità”.