Gb. Brexit: il Parlamento accusa May di aver nascosto mezzo accordo

di Elisabetta Corsi –

La premier britannica Theresa May ancora sotto il fuoco dei nemici. La nuova accusa è “dissimulazione dei fatti” e “induzione in errore” della Camera dei Comuni. Il governo è stato accusato di vero e proprio oltraggio al Parlamento dopo aver pubblicato solo metà di un documento di 100 pagine, in cui è espresso un parere legale dell’attorney general Geoffrey Cox sugli impatti della Brexit. Nel documento si scopre che il Regno Unito dovrà sottostare indefinitamente al backstop e alla permanenza dell’Irlanda del Nord nell’unione doganale fino al raggiungimento di un accordo sostitutivo con l’Ue sulle relazioni future. Una situazione che potrebbe portare a ripetuti e protratti round negoziali senza diritto di recesso, secondo Geoffrey Cox, e che è possibile solo una soluzione politica per uscirne.
I deputati di Londra con 331 voti favorevoli e 293 contrari hanno votato una mozione secondo cui l’esecutivo ha commesso “oltraggio al parlamento” per aver pubblicato solo 43 pagine del documento. La richiesta è stata inoltrata da Ian Blackford, capogruppo del partito indipendentista scozzese dello Scottish National Party, che inoltre ha chiesto di rispettare la volontà della Scozia che si sente svenduta da questa intesa soprattutto negli interessi dei pescatori scozzesi, e sostiene che il partito è favorevole a un secondo referendum per la permanenza del paese nell’Unione Europea. L’unione nordirlandese Democratic Unionist Party, importante per la tenuta dell’esecutivo anche se composta da pochi membri, si è detta furiosa e considera il parere legale assolutamente devastante. Oltre al fatto che l’Irlanda del Nord finisce per essere considerata un paese terzo negli scambi commerciali rispetto a Inghilterra, Galles e Scozia.
La premier è intervenuta dichiarando che non ha mai negato tutto questo ma anche sostenendo che è intenzione di entrambe le parti di non attuare il backstop. Allo stesso tempo ha riconosciuto che l’accordo è vincolante per volere di Bruxelles e che non è possibile ripudiarlo unilateralmente. Una garanzia teorica per mantenere un confine senza barriere. Il governo ha sostenuto che la pubblicazione completa del documento sarebbe stata contraria all’interesse del paese ma al contempo l’opposizione sostiene che i ministri si sono rifiutati di rispettare un voto vincolante nei Comuni, il mese scorso, in cui si era deciso di divulgare per intero il documento.
Ma un altro colpo è stato assestato alla May. Dominic Grieve, dissidente Tory con il sostegno dei laburisti, ha approvato un emendamento che lega le mani all’esecutivo in caso di bocciatura dell’accordo da parte del parlamento l’11 dicembre, attribuendo di fatto ogni decisione a Westminster. Quindi un potere di veto su un “no deal”.