Gb. Brexit: Johnson fiducioso, ‘enormi progressi’ nelle trattative con l’Ue

Notizie Geopolitiche

A parlamento sospeso, come richiesto ed ottenuto dalla regina, il premier britannico Boris Johnson ha annunciato oggi che sono stati fatti “enormi progressi” nelle trattative fra la Gran Bretagna e l’Unione Europea.
Prima della sospensione del Parlamento deputati e lord sono riusciti ad approvare una legge che obbliga Johnson ad individuare un accordo sulla Brexit, scongiurando così un “divorzio” duro e puro che per molti sarebbe stato una catastrofe per l’economia britannica. Le due camere hanno previsto anche la possibilità di chiedere un’ulteriore proroga all’articolo 50 del Trattato di Lisbona e di sforare quindi il termine del 31 ottobre, per cui sarà da vedere cosa accadrà al vertice europeo del 17 ottobre.
Al Mail on Sunday Johnson ha spiegato che “Quando ho ottenuto questo incarico, tutti hanno detto che assolutamente nessuna modifica all’accordo di recesso era possibile (…). Loro (gli europeo) sono tornati su questo e, come sapete, è in corso una conversazione molto, molto buona su come affrontare i problemi al confine con l’Irlanda del Nord. Si stanno compiendo enormi progressi”.
Quello del confine terrestre e marittimo nord irlandese sembra essere uno degli ultimi scogli rimasti, ed effettivamente il “Backstop” non è una questione secondaria, se si pensa che da un lato la partecipazione dell’Irlanda e della Gran Bretagna al contesto unitario europeo ha sopito il conflitto dell’Ulster, dall’altro l’idea presentata a suo tempo da May di un confine “senza infrastrutture di frontiera fisiche né posti di frontiera” rappresenterebbe una valvola attraverso la quale passerebbero persone (già oggi 30mila al giorno) e merci senza controlli e quindi senza dazi: che senso avrebbe la Brexit nel momento in cui agli esportatori diretti da e all’Ue basterebbe recarsi in Irlanda per portare le merci in e dalla Gran Bretagna?