Gb. Brexit: Johnson pronto a buttare all’aria l’accordo

di Elisabetta Corsi

L’accordo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea si fa sempre più difficile. L’ultimo colpo di scena è la decisione di Boris Johnson di pubblicare una proposta di legge che riscrive parti dell’accordo approvato a gennaio. L’Unione Europea vede in questa iniziativa un serio danno per i negoziati e ha minacciato azione legali alla Corte europea di Giustizia nei confronti di Londra, con probabili sanzioni. Il disegno di legge sul mercato interno deve comunque ancora essere approvato dalle Camere prima di entrare in vigore.
La legge conferisce ai ministri britannici il potere di modificare o “disapplicare” le norme relative alla circolazione delle merci che entreranno in vigore a partire dal 1 gennaio se il Regno Unito e l’Unione Europea non sono in grado di concludere un accordo commerciale. In particolare si modifica la parte di accordo che prevedeva il rimanere dell’Irlanda del Nord nel mercato unico per evitare il ritorno a un confine rigido, dato che a fine anno Londra sarà fuori sia dall’Unione doganale che dal mercato unico.
L’Unione Europea ha fatto sapere che né l’Europa né tantomeno il Regno Unito possono modificare, chiarire, emendare, interpretare, ignorare o disapplicare unilateralmente l’accordo, tra l’altro respingendo le argomentazioni della Gran Bretagna secondo cui il disegno di legge è concepito per proteggere la pace in Irlanda del Nord, quando in realtà fa l’opposto. Questa modifica sarebbe una grande violazione del diritto internazionale e dell’accordo di recesso. L’Unione Europea ha esortato il governo a ritirare il disegno di legge entro fine mese, ed in ogni caso ha previsto un meccanismo e rimedi legali per affrontare le violazioni.
Boris Johnson ha difeso il provvedimento dicendo che garantisce l’integrità del mercato interno del Regno Unito, consegnando il potere a Scozia e Galles, e proteggendo al contempo il processo di pace in Irlanda del Nord. Nonostante le minacce arrivate da Bruxelles ha fatto sapere di non voler retrocedere, anche se il disegno di legge appare incompatibile con l’accordo, ma allo stesso tempo ha ribadito che il Parlamento è sovrano e che può approvare leggi che violano gli obblighi dei trattati sottoscritti. Questa posizione di Boris Johnson ha lasciato stupiti diversi componenti del partito conservatore, tra cui Theresa May e John Mayor, che vedono in questa azione una perdita di credibilità del Regno Unito davanti all’Europa.