Gb. Corbyn si propone come premier per scongiurare il No Deal

di Elisabetta Corsi –

Dopo le dichiarazioni di Boris Johnson secondo le quali “la Brexit si farà il 31 ottobre o si morirà”, quasi trasformando la questione di vitale importanza per onorare il referendum del 2016, i laburisti hanno rilanciato un loro piano per evitare la temuta uscita senza accordo, il paventato No Deal, e quindi un disastro a livello economico.
L’idea sarebbe quella di sfiduciare il premier a settembre e mettere al suo posto, come primo ministro temporaneo, Jeremy Corbyn, che si è in pratica autocandidato. In questo modo si potrà poi andare a elezioni generali e lanciare anche un secondo referendum sulla Brexit. Al vaglio anche la fattibilità di questo piano, magari cercando altri papali candidati possibilisti per un accordo con l’Ue, in quanto non a tutti è gradita la presenza di Corbyn a Downing Street. In caso di fallimento della mozione di sfiducia, dal momento che Johnson ha molti sostenitori in Parlamento, Jeremy Corbyn ha fatto sapere che tenterà di far passare una legge per estendere l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, ritardando ulteriormente l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ma evitando in questo modo il pericolo No Deal.
La reazione di Downing Street non si è fatta attendere: l’ufficio del premier ha fatto sapere che se Jeremy Corbyn diventasse primo ministro supererebbe il referendum e distruggerebbe l’economia.
Il portavoce di Downing Street ha anche dichiarato che “Corbyn crede che le persone siano dei servi e che i politici possano cancellare il voto pubblico se non gli piace”.
Se il governo dovesse perdere la mozione di sfiducia, si aprirebbe un periodo di crisi di 14 giorni, dopo i quali verrebbero indette elezioni generali. Durante questo periodo a capo del governo ci dovrebbe essere un premier che può essere il leader dell’opposizione o altri candidati della stessa parte politica. In ogni caso il primo ministro dovrebbe dimettersi solo davanti alla possibilità che un candidato potesse ottenere il sostegno dei parlamentari. Quindi è sia possibile che l’attuale premier rimanga al suo posto ma anche che ci siano più candidati a ricoprire tale ruolo.
In ogni caso la figura di Jeremy Corbyn è controversa e non molto amata, infatti sono stati proposti altri nomi come possibili premier di transizione.
La leader dei liberal-democratici Jo Swinson, che darebbe il suo appoggio per il piano dei laburisti, non accetta la figura di Corbyn e ritiene la possibile mossa come incostituzionale, per cui ha proposto due candidati neutrali quali Ken Clarke o Harriet Harman, che prestano servizio da tempo in politica.