di Giuseppe Gagliano –
La recente dichiarazione di colpevolezza in Gran Bretagna di Daniel Khalife per spionaggio e terrorismo ha scosso il paese, rivelando preoccupanti vulnerabilità nel sistema di verifica delle autorizzazioni di sicurezza nazionale. Khalife, un soldato britannico originario del Staffordshire, nelle Midlands, è stato arrestato nel gennaio 2022 e accusato di aver violato l’Official Secrets Act del 1911 e il Terrorism Act del 2000.
Prima del suo arresto Khalife, allora 20enne, era considerato dai superiori e dai compagni un soldato promettente. Entrato nell’esercito britannico a soli 16 anni, aveva rapidamente scalato i ranghi fino a diventare caporale, il grado più basso tra i sottufficiali, e aveva ottenuto l’autorizzazione per lavorare nell’intelligence delle comunicazioni. Ambizioso, aveva anche manifestato interesse a unirsi alle Special Air Service (SAS), le forze speciali dell’esercito britannico.
Tuttavia il 9 novembre 2021 Khalife aveva contattato volontariamente la hotline di sicurezza nazionale gestita dal MI5, il servizio di intelligence interna del Regno Unito. Durante la chiamata aveva confessato di essere stato una spia per l’Iran per oltre due anni e dichiarato di voler diventare un doppio agente collaborando con il governo britannico. Sebbene non si era identificato, gli operatori del MI5 erano riusciti a tracciarlo.
Le indagini hanno rivelato che Khalife aveva iniziato a spiare per l’Iran a soli 17 anni, poco dopo essere entrato nell’esercito. Nei due anni successivi aveva fornito ai suoi contatti iraniani informazioni sensibili, tra cui identità dei membri delle SAS, dati sui sistemi informatici militari, programmi di sorveglianza del governo e informazioni sugli hardware utilizzati nelle operazioni, inclusi droni.
Khalife utilizzava l’app di messaggistica Telegram per comunicare con i suoi referenti, oltre a depositi segreti nel Regno Unito e durante viaggi all’estero.
Dopo il suo arresto nel 2022, Khalife riuscì a fuggire ben due volte. Nel gennaio 2023 scomparve mentre era in libertà su cauzione e fu ritrovato dopo quasi un mese, nascosto in un furgone rubato trasformato in camper. A settembre dello stesso anno, scappò dalla prigione di Wandsworth, nel sud-ovest di Londra, nascondendosi sotto un veicolo di consegna. Fu catturato tre giorni dopo e portato in tribunale, dove venne dichiarato colpevole.
Secondo fonti investigative le autorità britanniche non sono ancora in grado di determinare l’entità completa delle informazioni condivise da Khalife con l’Iran. Il danno causato alla sicurezza nazionale potrebbe essere enorme, ma rimane in gran parte sconosciuto. Ciò che è certo è che il caso ha messo in luce gravi carenze nel sistema di verifica delle autorizzazioni di sicurezza che, come ha spiegato un esperto al Guardian, si basa in larga misura sull’autodichiarazione dei candidati.
La vicenda di Daniel Khalife non è solo una questione di tradimento personale, ma un campanello d’allarme per le istituzioni britanniche. La necessità di rivedere il processo di verifica delle autorizzazioni di sicurezza è ormai evidente, per evitare che casi simili possano mettere ulteriormente a rischio la sicurezza nazionale. Il Regno Unito si trova ora a fare i conti con le conseguenze di una falla che potrebbe costare cara, non solo in termini di fiducia, ma anche di sicurezza operativa.