Gb. Erdogan incotra May: Gaza e rapporti economici al centro dei colloqui

di Elisabetta Corsi

Visita di stato nel Regno Unito per il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, che ieri pomeriggio ha incontrato sia la regina Elisabetta II a Buckingam Palace che la premier Theresa May, a Downing Street.
Durante il colloquio tra la premier britannica e il presidente turco si è discusso della situazione in Israele e degli incidenti nella Striscia di Gaza: Theresa May si è detta rattristata per le morti ed ha spiegato che bisogna capire cosa sta succedendo e perché si usa il fuoco. Secondo la premier britannica è giusto che Israele si difenda, ma non è il modo corretto di farlo aprendo il fuoco sui palestinesi in protesta. Ha poi ribadito l’importanza della Turchia come alleato sia nella Nato che per i rapporti economici fra i due paesi ancnche in vista della Brexit, senza dimenticare il rispetto che la Turchia deve dare ai valori della democrazia.
Erdogan da parte sua ha affermato l’importanza della relazione che c’è tra il suo paese e la Gran Bretagna, soprattutto in vista delle imminenti elezioni che si terranno il 24 giugno in Turchia ma senza dimenticare di ringraziare per il supporto che il Regno Unito gli diede in occasione del colpo di stato del 2015. Non ha dimenticato di ribadire che la Turchia è in prima fila nella lotta contro il terrorismo e che ciò rimane una priorità. Il Regno Unito e la Turchia a tal proposito hanno stipulato un patto di cooperazione per la sicurezza.
Per Erdogan i palestinesi perderanno sempre più territorio e Israele è l’occupante,per cui ha espresso una dura condanna per le uccisioni avvenute nella striscia di Gaza. Secondo il presidente turco le organizzazioni internazionali dovrebbero porre fine a questa situazione una volta per tutte.
Mentre era in corso l’incontro davanti a Downing Street è scoppiata la protesta degli attivisti della sinistra britannica con esponenti curdi e oppositori turchi emigrati per denunciare la violazione dei diritti umani perpetrata a loro dire da Erdogan, al grido di “Erdogan terrorista” o “assassino dei curdi”. Tra questi vi erano anche sostenitori della causa palestinese, i quali hanno dimostrato di non credere alla linea dura attuata dal presidente nei confronti di Israele.