Gb. Finita la visita di Trump, tra D-Day e il “muro” degli irlandesi

di Elisabetta Corsi

Si è concluso sieri l’ultimo giorno di visita nel Regno Unito del presidente Usa Trump. La giornata aveva come tema la commemorazione del 75mo D-Day, lo sbarco in Normandia nella Seconda Guerra Mondiale.
La regina, 16 leader mondiali e 300 veterani si sono riuniti a Portsmouth per ricordare la più grande azione aerea, di terra e navale della storia. Donald Trump ha rimarcato come può essere la più grande battaglia di sempre. Ma i paesi sono stati concordi nel dichiarare che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non devono più ripetersi. Gli altri paesi presenti e che sono stati parte di questa battaglia, oltre il Regno Unito erano la Francia, con il presidente Emmanuel Macron, gli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump e il Canada, con il premier Justin Trudeau. Hanno rpeso parte alla cerimonia anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, così come i leader di Australia, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Nuova Zelanda, Polonia e Slovacchia.
I veterani hanno applaudito la performance dell’attore Sheridan Smith per la sua interpretazione della canzone della Dame Vera Lynn mentre Donald Trump ha letto dallo stesso libro di preghiere del presidente Roosevelt, il messaggio alla radio riguardante lo sbarco in Normandia.
La regina ha ringraziato i veterani per il loro servizio e si è detta deliziata della loro presenza, pensando che le celebrazioni del sessantesimo anno fossero le ultime. La sovrana ha dichiarato che “la generazione della guerra, la mia generazione, è resiliente”. L’evento prevedeva anche il passaggio delle frecce rosse in cielo. Il pranzo con i veterani e dopo un incontro con i leader mondiali per discutere dell’alleanza occidentale e della sicurezza. Nel pomeriggio i veterani Harry Read, 95 anni, e John Hutton, 94 anni, si sono paracadutati sulle spiagge della Normandia, dove è avvenuto lo sbarco, in onore dei loro compagni caduti sul campo. La commemorazione ha anche riguardato la lettura di pezzi di diari e lettere di persone che hanno combattuto e sono morti in guerra ma non è mancato anche il racconto dello sbarco.
Nell’incontro tra il principe Carlo, noto ambientalista, e Donald Trump si è parlato di cambiamento climatico e il presidente ha fatto notare che va in entrambe le direzioni. Ha detto di condividere le posizioni del principe per un buon clima ma allo stesso tempo ha accusato altre nazioni di causare inquinamento. Nonostante si sia dichiarato d’accordo sul principe di donare un futuro ai giovani con un buon clima, non ha potuto fare a meno di dare la colpa ad altri paesi. In particolare a Cina, India e Russia per aver peggiorato la qualità dell’aria e dell’acqua, mentre negli Stati Uniti secondo il suo parere c’è uno dei climi più puliti. Poi ha dichiarato che “non dimentichiamo che un tempo si chiamava riscaldamento globale, che non funzionava, poi si chiamava cambiamento climatico, ora si chiama tempo estremo perché con il tempo estremo non si può mancare”. Ha fatto anche riferimenti a disastri meteorologici del passato per confutare l’idea che la causa sia da imputare al cambiamento climatico. Nella visita a Leo Varadkar, il premier irlandese, Trump ha sottolineato come la Brexit non deve costituire un problema. Ha detto che gli americani amano gli irlandesi e ha dichiarato che secondo lui le cose andrebbero bene con il loro muro e i loro confini dopo la Brexit. Nonostante, in Irlanda non si voglia questa soluzione. Trump ha replicato che “penso che lo devi fare, penso che lo devi fare, la via su cui sta lavorando ora è giusta, tu devi provare e prendere questa via”. Inoltre Trump ha affermato di trovare in gran forma l’Irlanda e di auspicare nella rinegoziazione di un piano con l’Ue con l’arrivo del nuovo primo ministro inglese.