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Dopo la sgangherata vittoria elettorale di Theresa May, che ha mancato clamorosamente l’obiettivo di rinforzare la sua premiership in vista delle trattative con l’Ue per la Brexit, nei Tories è ora resa dei conti.
La maggioranza degli iscritti al partito conservatore, si parla almeno di due terzi, vuole le sue dimissioni: lo rivela un sondaggio interno ripreso dal Telegraph, dal quale è anche emerso che la si vorrebbe sostituire con Amber Rudd, David Davis o Boris Johnson.
La maggioranza assoluta di 326 seggi è stata mancata per soli 8, una situazione che sta obbligando May, che si è già recata dalla regina, a formare un governo con gli unionisti irlandesi del Dup, formazione di destra omofobica, anti-abortista e con un’interpretazione molto rigida del protestantesimo. La premier ha tuttavia messo le mani avanti riconfermando cinque ministeri chiave, cioè Difesa, Finanze, Brexit, Esteri e Interno.
Un clima tutt’altro che adatto a guidare il paese nel processo biennale del “leave”, per cui oggi hanno rassegnato le dimissioni i due principali collaboratori della premier, Nick Timothy e Fiona Hill. Timothy si è assunto la responsabilità del programma elettorale dei conservatori, specie per quanto riguarda i tagli alla spesa sociale.