Gb. Il governo vuole fermare la vendita di armi a Israele, ‘no’ del procuratore Hermer

di Giuseppe Gagliano

Il procuratore generale del Regno Unito, Richard Hermer, ha recentemente affermato che non sarà preso in considerazione il divieto a cui sta lavorando il governo di vendere armi offensive a Israele a meno che non si possa dimostrarne l’utilizzo in violazione del diritto internazionale.
L’intervento di Hermer arriva in risposta all’annuncio del ministro degli Esteri David Lammy di una revisione delle licenze di esportazione di armi nel contesto delle preoccupazioni che tali armi possano essere utilizzate a Gaza, dove le forze israeliane hanno ucciso oltre 40mila persone di cui un terzo bambini. Lammy aveva suggerito che le armi “offensive” non sarebbero state vendute a Israele, ma aveva indicato che le attrezzature “difensive” potevano ancora essere esportate. I criteri per determinare la classificazione di queste armi si sono rivelati impegnativi per i funzionari del ministero degli Esteri.
Sebbene ci si aspettasse che Lammy aggiornasse il Parlamento sulle modifiche alle licenze di esportazione di armi prima della recessione estiva, questo annuncio è stato ritardato a causa della richiesta di Hermer di prove sostanziali che le armi potessero violare gli standard legali prima di prendere qualsiasi decisione.
Anche il primo ministro Keir Starmer sarebbe strettamente coinvolto nelle deliberazioni.
Una fonte governativa del Guardian ha riportato che “Il diritto internazionale umanitario non è preciso, ma ci impone di considerare tutte le possibilità. Il ritardo principale è dovuto a considerazioni legali piuttosto che diplomatiche”.
La settimana scorsa l’Alta corte di Londra ha ricevuto oltre 100 pagine di prove da avvocati riguardanti presunti crimini israeliani durante la campagna militare a Gaza, comprese accuse di tortura.
L’ipotesi che armi di fabbricazione britannica possano essere utilizzate da Israele per violare il diritto internazionale ha suscitato polemiche in Israele.
Nel frattempo il governo sembra aver sospeso le nuove licenze di esportazione di armi verso Israele mentre la revisione è in corso. Le aziende che richiedono queste licenze sono state informate dal Dipartimento per le imprese e il commercio che le domande sono attualmente in sospeso.
La questione ha anche portato a un significativo dissenso, comprese le dimissioni di un diplomatico britannico con sede nella Repubblica d’Irlanda, il quale ha affermato che il governo britannico aveva venduto armi a Israele durante quelli che ha descritto come “crimini di guerra in bella vista”.
Un portavoce del ministero degli Esteri ha commentato che “Questo governo è impegnato a sostenere il diritto internazionale. Abbiamo chiarito che non esporteremo articoli che potrebbero essere utilizzati per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto umanitario internazionale. Il ministro degli Esteri ha avviato un processo di revisione in corso per valutare il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale umanitario. Forniremo un aggiornamento una volta completata questa revisione”.