Gb. La Brexit ora è legge a tutti gli effetti

di Elisabetta Corsi

Ormai si può dire che la Brexit è conclusa, a una settimana dall’uscita dall’Unione Europea, tant’è che il premier Boris Johnson ha ottenuto l’approvazione del suo piano da parte del Parlamento e l’assenso ufficiale dalla Regina Elisabetta II. Il disegno di legge sulla Brexit è quindi legge.
Ora manca solo la ratifica da parte dei paesi Ue e quindi l’assenso dell’Unione Europea nel suo complesso: l’Europarlamento si riunirà il 29 gennaio per dibattere sui termini del divorzio dall’Ue, ovvero quanto concerne i diritti per i cittadini comunitari residenti nel Regno Unito e per i britannici che espatriano nel continente, e l’annosa questione dell’Irlanda del Nord.
Il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’Unione Europea alle 23.00 del 31 gennaio, tre anni mezzo dopo il referendum che aveva espresso la volontà degli inglesi per la Brexit. Dal 1 febbraio il Regno Unito entrerà in un periodo di transizione di 11 mesi, nei quali seguirà le regole dell’Unione Europea ma senza avere rappresentanti nelle istituzioni chiave; anche se i 700 impiegati britannici presso la Commissione europea manterranno il loro posto di lavoro, e questo vale anche per lo staff nelle altre istituzioni europee. La transizione si concluderà il 1 gennaio 2021, data entro la quale le due parti dovranno aver completato i negoziati sulla loro futura collaborazione in campo economico e della sicurezza, al centro del quale secondo il governo ci sarà un’ambiziosa intesa di libero scambio.
Il progetto di legge di Boris Johnson ha superato l’ultimo ostacolo dopo che il governo ha rovesciato cinque emendamenti della Camera dei Lord, tra cui uno che avrebbe ripristinato il diritto dei bambini rifugiati non accompagnati di riunirsi con le loro famiglie nel Regno Unito.
Un momento sicuramente significativo, anche se l’approvazione del disegno di legge sul recesso ormai era solo una formalità, data la vittoria con maggioranza significativa del premier Boris Johnson alle ultime elezioni. Il primo ministro è riuscito a ottenere quello che Theresa May per ben tre volte si è vista negare dal Parlamento.
Si ricorda che nel periodo di transizione sarà ancora possibile emigrare e cercare lavoro nel Regno Unito, e viceversa per i cittadini britannici nei 27 paesi dell’Ue, senza nessun tipo di vincolo.
Il Regno Unito torna così a prima del 1973, quando era ancora un confine e non vi era la libera circolazione delle persone. La Manica sarà il confine tra l’Unione Europea e il Regno Unito, tra lo stato insulare e il continente. Uno stato che in realtà non si è mai sentito del tutto parte dell’Unione Europea e che non ha mai abbracciato in modo fisiologico qualsiasi iniziativa provenisse da essa.