Gb. La regina incarica Liz Truss di formare un nuovo governo

di Alberto Galvi

Liz Truss è stata nominata leader del Partito Conservatore al governo, in un momento in cui il paese deve affrontare una crisi del costo della vita, proteste dei lavoratori nei settori pubblico e privato e la recessione. In quanto capo dei conservatori, sostituisce il dimissionario Boris Johnson alla guida del governo.
Dopo settimane di competizione per la leadership del partito, che ha contrapposto la segretaria agli Esteri Truss a l’ex ministro delle Finanze (cancelliere delllo Scacchiere) Rishi Sunak, Boris Johnson ha potuto effettuare il passaggio di consegne.
Truss è divenuta la terza premier donna britannica dopo Margaret Thatcher e Theresa May: nonostante abbia votato per rimanere nell’Unione Europea nel 2016, si è trovata a essere la candidata preferita della stragrande maggioranza dei Brexiteers del suo partito.
Boris Johnson è stato costretto ad annunciare le sue dimissioni a luglio dopo mesi di scandali, e si è recato in Scozia per presentare ufficialmente le sue dimissioni alla regina Elisabetta II. Truss , che lo ha seguita, è stata investita formalmente dell’incarico di formare un nuovo governo.
La Truss è quindi il quarto primo ministro dei conservatori dalle elezioni del 2015, periodo che ha visto il paese sballottato da una crisi all’altra e ora chiamato ad affrontare quella che si prevede sarà una lunga recessione innescata dall’inflazione alle stelle che ha raggiunto a luglio il 10,1 per cento e che è prevista fino al 22%.
Entro una settimana la Truss elaborerà un piano per affrontare l’aumento delle bollette energetiche e garantire future forniture di carburante.
Truss ha 47 anni, ed è scozzese di adozione: prima di essere ministro degli Esteri, è stata ministro delle Donne e segretario di Stato per il Commercio estero; durante quest’ultimo mandato e con già evidenti gli attriti con Mosca, aveva autorizzato la vendita alla Russia di armi per 289 milioni di sterline.
La sua politica estera è stata caratterizzata da uscite controverse, basti pensare che alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 aveva affermato che la Francia aveva agito in modo inaccettabile circa la disputa sulla pesca del Jersey; nell’ottobre 2021 aveva invitato la Russia a intervenire nella crisi del confine tra Bielorussia e Unione Europea; nel gennaio di quest’anno l’ex primo ministro australiano Paul Keating, che faceva parte del consiglio internazionale della China Development Bank, aveva accusato Truss di fare commenti “demenziali” sull’aggressione militare cinese nell’Oceano Pacifico, affermando che “la Gran Bretagna soffre deliri di privazione di grandezza e rilevanza”. Incontrando in febbraio il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov per discutere della crisi ucraina. questi aveva commentato che la discussione con Truss era stata “come conversare con una persona muta e sorda”, tanto che il ministro britannico aveva chiesto “la rimozione delle truppe russe dal territorio russo”: Lavrov le aveva chiesto se riconosceva la sovranità della Russia sulle regioni di Voronezhe Rostov, due province russe, e Truss sbagliandosi aveva affermato che “il Regno Unito non riconoscerà mai la sovranità russa su queste regioni”.