Gb. Le scelte post Brexit della politica estera britannica nell’Indo Pacifico

di Alberto Galvi

Con l’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Ue, il premier Boris Johnson prevede la creazione di una nuova coalizione di Paesi democratici basata sul G7: Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Usa, Regno Unito, con l’aggiunta di Australia, India e Corea del Sud per creare fornitori alternativi di apparecchiature 5G e altre tecnologie quindi ridurre il dominio della Cina sull’infrastruttura digitale globale.
Il Regno Unito sta valutando seriamente di aderire all’accordo CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership). I membri del CPTPP sono: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. L’adesione cerca così di frenare l’influenza economica della Cina nell’area dell’Asia-Pacifico.
Il Regno Unito sta recuperando inoltre terreno nella sfera militare, rafforzando la cooperazione in materia di sicurezza con diversi Paesi dell’Indo-Pacifico, tra cui il Giappone e i membri de FPDA (Five Power Defense Arrangements) che riunisce il Regno Unito con quattro membri del Commonwealth situati nell’area dell’Indo-Pacifico dell’est asiatico che sono Australia, Malesia, Nuova Zelanda, Singapore.
Attraverso i suoi impegni l’FDPA e il Five Eyes con Australia, Canada, Nuova Zelanda, Usa con in più il Regno Unito che mantiene un punto d’appoggio strategico nell’Indo-Pacifico. Il Regno Unito continua a mantenere un avamposto militare in Brunei e uno navale a Singapore.
Le relazioni sino-britanniche si sono drasticamente deteriorate dallo sviluppo della crisi politica a Hong Kong del 2019. Inoltre il Regno Unito è fuori dall’accordo concordato in linea di principio lo scorso mese dall’Ue-Cina sugli investimenti.
I piani del Regno Unito per un riequilibrio della politica estera post-Brexit verso l’Indo-Pacifico non saranno immediati. Per il momento la Gran Bretagna rimarrà inevitabilmente orientata strategicamente verso il continente europeo e i suoi partner della NATO (North Atlantic Treaty Organization).
Il governo Johnson ha intenzione di avere una presenza più visibile e attiva nella regione dell’Indo-Pacifico, anche se questa decisione dovrà fare i conti con Cina e India che sono le due maggiori potenze della regione e che sicuramente non vedono di buon occhio la presenza britannica nell’area per via del suo passato di potenza coloniale.
Inoltre il Regno Unito ha ovvie limitazioni geografiche e finanziarie per sostenere una presenza permanente nell’area dell’Indo-Pacifico insieme ai suoi attuali impegni militari.