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Il suo lavoro era quello di consegnare la lettera che in base all’articolo 50 dello Statuto di Lisbona avviava i processi per la Brexit, e lo ha fatto. Così la premier britannica Theresa May ha annunciato oggi le elezioni anticipate, che si terranno il prossimo 8 giugno e che dovranno portare ad un governo di stabilità, cosa di cui mai come oggi la Gran Bretagna ha bisogno.
D’altro canto la maggioranza, chiamata a guidare il paese in questi due anni di operazioni di separazione dall’Ue, può contare solo su 15 deputati di vantaggio, mentre sono altissime le tensioni fra chi, come i liberaldemocratici, invocano un nuovo referendum, chi spinge per una “soft” Brexit e chi per una “hard” Brexit, e chi, come gli scozzesi, che vogliono approfittarne per staccarsi definitivamente dalla Gran Bretagna.
Un marasma che per essere affrontato necessita di un governo forte, per cui May ha annunciato che domani chiederà al Parlamento l’autorizzazione al voto anticipato rispetto alla scadenza naturale del 2020. Perché vengano indette le elezioni anticipate ci vorranno comunque due terzi del parlamento, ma è difficile pensare che i laburisti si mettano di traverso.
