Gb. Minori non accompagnati scomparsi

di C. Alessandro Mauceri

Recentemente in Italia decine di minori stranieri non accompagnati, MSNA, sono scomparsi poco dopo essere sbarcati nel porto di Ancona dalla nave di una ong e essere stati trasferiti in un hotel.
La scomparsa di MSNA dai centri di prima accoglienza, che in teoria dovrebbero essere luoghi sorvegliati e controllati, è un fenomeno più diffuso di quanto si pensi.
Nel Regno Unito decine di minori richiedenti asilo ospitati presso un hotel di Brighton gestito dal Ministero dell’Interno potrebbero essere stati rapiti da bande organizzate che hanno seguito uno schema apparentemente ripetuto in tutta la costa meridionale. “I bambini vengono letteralmente prelevati dall’esterno dell’edificio, scompaiono e non vengono trovati”, ha dichiarato al Guardian una fonte che ha chiesto di restare anonima. Sul caso tuttavia sta indagando la polizia metropolitana di Londra.
Negli ultimi 18 mesi sono stati almeno 600 i minori non accompagnati ospitati presso hotel del Sussex. Di loro almeno 136 sono scomparsi, e più della metà (79) non sono mai stati ritrovati. Fonti del Ministero dell’Interno hanno affermato che i minori non accompagnati potrebbero aver lasciato l’alloggio volontariamente.
La questione ha assunto una dimensione politica. Il ministro degli Interni del governo ombra, Yvette Cooper, ha descritto la rivelazione come “davvero spaventosa e scandalosa” e ha invitato il governo a rivelare quanti bambini erano scomparsi e cosa si stava facendo per trovarli. “È un totale abbandono del dovere da parte del Ministero dell’Interno non riuscire così gravemente a proteggere la sicurezza dei bambini o reprimere le bande pericolose mettendoli in un terribile rischio. I ministri devono mettere in atto con urgenza nuovi dispositivi di protezione”. A rendere la situazione più grave il fatto che il Ministero dell’Interno britannico pare sia stato ripetutamente avvertito dalla polizia che gli occupanti vulnerabili dell’hotel potevano essere presi di mira da reti criminali. Non è la prima volta infatti che si verificano casi simili nel Regno Unito.
Secondo i dati rilasciati ai sensi del Freedom of Information Act, i minori non accompagnati appena arrivati trascorrono in media 16,5 giorni negli hotel del Ministero degli Interni prima di essere trasferiti in altre strutture in tutto il paese.
Intanto è iniziato una sorta di gioco delle parti tra le autorità. Il consiglio comunale di Brighton e Hove ha rimandato alla polizia per avere risposta alle domande sui criminali che prendono di mira i bambini. Dal canto suo la polizia del Sussex ha affermato che queste domande dovrebbero essere indirizzate al Ministero degli Interni. Il quale dal canto suo ha dichiarato che “Le autorità locali hanno il dovere legale di proteggere tutti i bambini, indipendentemente da dove siano scomparsi… Seguiamo solide procedure di salvaguardia per garantire che tutti i bambini affidati alle nostre cure siano il più sicuri e supportati possibile mentre cerchiamo collocamenti urgenti presso un’autorità locale”. I numeri dimostrano il contrario.
Alcune fonti britanniche parlano di un recente briefing della polizia e del Ministero dell’Interno che avrebbe confermato il modo in cui questi bambini sarebbero rapiti per strada fuori dagli hotel e caricati in auto: “I bambini vengono letteralmente prelevati dall’esterno dell’edificio, scompaiono e non vengono trovati”, ha detto una fonte della protezione dei minori. il Consiglio nazionale dei capi di polizia (NPCC) ha elaborato linee guida provvisorie su come agire in caso di scomparsa di richiedenti asilo adulti e bambini, ma ha destato stupore il suggerimento di considerarli come immigrati latitanti a meno che non vi fossero circostanze sospette o preoccupanti. Solo dopo una accesa discussione, i minori sono stati esclusi da questo “consiglio”. L’orientamento per i giovani migranti scomparsi resta, però, ancora da definire. Il capo dell’NPCC per le persone scomparse, il vice capo della polizia Catherine Hankinson, ha aggiunto: “Ogni bambino che scompare è una grande preoccupazione per la polizia e vengono perseguite tutte le strade per trovarlo e salvaguardarlo”.
Al fenomeno dei minori stranieri scomparsi se ne aggiunge un altro: sono decine i richiedenti asilo ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Interno come vulnerabili e potenzialmente bisognosi di protezione che sono stati trovati morti in alloggi governativi. I dati dell’indagine di Observer e Liberty Investigates parlano di almeno 107 decessi di richiedenti asilo in alloggi del Ministero dell’Interno tra aprile 2016 e maggio 2022. Ottantadue i morti da gennaio 2020. La metà di queste persone erano state classificate come aventi un “elemento di salvaguardia” – un’etichetta che i funzionari assegnano a individui riconosciuti come aventi vulnerabilità o bisogni come un problema di salute. Un portavoce del dipartimento ha negato che avere una bandiera di salvaguardia significasse che una persona aveva bisogno di protezione. Con il termine salvaguardia il Ministero dell’Interno è solito per descrivere le sue responsabilità nel garantire la sicurezza dei bambini e degli adulti vulnerabili nel suo alloggio.
Esemplare il caso di Abdul (per motivi di privacy, il nome è stato cambiato), un giovane iraniano giunto nel Regno Unito. Trasferito in un hotel a Leicester, subito dopo il suo arrivo, è stato accoltellato in un attacco apparentemente casuale vicino all’hotel dove era stato ospitato. Qualche settimana dopo, i responsabili del centro di accoglienza hanno riferito che il giovane iraniano era “di cattivo umore” e che si era tagliato “mentre cucinava”. Il personale ha “segnalato” Dehnavi a un medico di famiglia e ha offerto assistenza che sarebbe stata rifiutata). Due mesi dopo, il giovane è stato trovato impiccato nella sua stanza. Juliet Cohen, medico legale ed ex capo dei medici di Freedom from Torture, ha detto che il caso meritava “un’indagine approfondita e indipendente”. “Si sapeva che aveva subito una grave aggressione e c’erano segni che si fosse autolesionista, ma sembra che non siano state seguite le adeguate procedure di salvaguardia”. Analogo il caso di Mohammed, un giovane proveniente dalla Costa d’Avorio. Durante il suo viaggio per arrivare in Europa aveva subito torture in Costa d’Avorio e in Libia e soffriva di dolori in tutto il corpo, in particolare alla schiena. Altri come lui hanno riferito che si era rivolto più volte al personale per chiedere aiuto ma “Gli è stato detto che non poteva andare in ospedale o da un medico”. Pochi giorni dopo Mohammed è stato trovato morto nella stanza dell’hotel che ospitava lui e molti altri giovani migranti. Gli avvocati della sua famiglia hanno riferito che il Ministero dell’Interno non aveva informato il centro di accoglienza della situazione del giovane. Un medico ha riferito di aver trovato sul suo corpo cicatrici che “suggerivano di percosse selvagge” che avevano fatto pensare che poteva essere una vittima della schiavitù moderna dal National Referral Mechanism del Ministero degli Interni. Discutibile la posizione del portavoce del Ministero dell’Interno: “I nostri pensieri e le nostre condoglianze vanno alle famiglie di tutti i richiedenti asilo che sono morti”. “Come nella popolazione generale, i decessi possono verificarsi a causa di una serie di motivi, tra cui cause naturali e malattie terminali. Ipotizzare il contrario è fuorviante”.
Quello che nessuno ha detto è che a differenza di ciò che avviene nelle carceri e nei centri di detenzione per immigrati, il Ministero dell’Interno non pubblica il numero di decessi di richiedenti asilo nei suoi alloggi e viene aperta un’inchiesta solo quando la morte è ritenuta innaturale. Per Stuart McDonald, deputato e portavoce ombra dell’SNP per gli affari interni, “Il fatto che così tante persone vulnerabili stiano perdendo la vita, mentre presumibilmente erano affidate alle cure del Ministero dell’Interno, è scandaloso ed è essenziale che ci sia trasparenza e responsabilità sul motivo per cui ciò sta accadendo”.
In entrambi i casi si tratta di situazioni che sollevano interrogativi su quelli che alcuni hanno definito “fallimenti sistemici” dovuti a potenziali lacune nelle politiche di accoglienza e salvaguardia dei migranti più giovani.
Una realtà non molto diversa da ciò che accade in Italia. Forse sarà solo un caso, ma dei minori scomparsi in Italia nel primo semestre 2022, di quelli italiani ne sono stati ritrovati oltre il settantacinque per cento. Dei minori stranieri scomparsi, invece, meno della metà: il 30 per cento…