Geopolitica agricola e sovranità alimentari: un incontro di APICES con il ministro dell’Agricoltura moldavo per fare il punto sulla “guerra del grano” e le possibilità offerte dai mercati dell’est europeo

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Blocco delle produzioni e dell’export dall’Ucraina. Aumento dei costi per fertilizzanti e trasporto. Corsa agli accaparramenti da parte di colossi come la Cina. Scarsità di risorse e rischio di carestie nei Paesi meno sviluppati. Forti speculazioni dei mercati internazionali. E’ la sempre più preoccupante “guerra del grano”, i cui devastanti effetti saro stati tra gli argomenti di un incontro dell’APICES, l’Associazione Professionisti ed Imprese per la Cooperazione Economica e Sociale, presieduta dall’Avv. Massimiliano Albanese.
“Geopolitica agricola e sovranità alimentari” è infatti il titolo della conversazione a tema, tenutasi il 6 dicembre nella suggestiva cornice di Palazzo Ferrajoli, nel cuore di Roma, organizzata dall’APICES sotto il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Moldova in Italia, nella persona dell’Ambasciatore S.E. Anatolie Urecheanu, in collaborazione con la Nobile Accademia Internazionale Mauriziana, retta dal Dott. Fabrizio Mechi di Pontassieve, e la confederazione di settore CONF.AGR.ITALY presieduta dal Dott. Rocco Antonio Grieci.
Chair speakers della serata sono stati, insieme al Presidente dell’APICES Avv. Massimiliano Albanese,il Ministro dell’Agricoltura e dell’Industria Alimentare della Moldova On. Vladimir Bolea ed il Parlamentare Europeo On. Matteo Adinolfi, membro tra l’altro dell’Intergruppo Europeo per la Legislazione Vitivinicola e dei Prodotti a Denominazione d’Origine.
Interventi di saluto anche da parte dell’ambasciatore della Moldova in Italia Anatolie Urucheanu, del presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati Nazario Pagano, del presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio Valerio Novelli, del rettore dell’Accademia Internazionale Mauriziana Fabrizio Mechi di Pontassieve e del presidente della Conf.Agr.Italy Rocco Antonio Grieci.
L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sulla crisi alimentare e sulle sue cause. Prima fra tutte la scarsità di cereali, che sono alla base dell’alimentazione umana.
“La difficoltà a distribuire in modo adeguato un prodotto così vitale come il grano”, evidenzia Massimiliano Albanese, presidente dell’APICES, “si ripercuote inevitabilmente sulla stabilità dei Paesi più a rischio di carestie, spingendo a migrazioni economiche di massa: d’altra parte, viviamo in un mondo nel quale oltre 828 milioni di persone soffrono cronicamente la fame”, secondo i dati dell’ultimo rapporto ONU sullo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione (SOFI). “In uno scenario internazionale di questo tipo, il diffondersi del concetto di “sovranità alimentare” diviene un urgente tema di riflessione globale: tutte le nazioni hanno infatti il pieno diritto a garantire la propria adeguata nutrizione, sviluppando le proprie strategie di produzione, distribuzione e consumo del cibo, valorizzando le risorse interne, ma soprattutto accedendo senza troppe difficoltà a know-how, tecnologie e strumenti finanziari per il proprio sviluppo sostenibile”.
Albanese, che oltre a presiedere APICES è da quest’anno anche il segretario federale dell’Unione Consumatori Italiani, sottolinea le ricadute negative della “guerra del grano” anche sui consumi delle famiglie: “sebbene con sensibili differenziazioni, a seconda degli Stati membri, soprattutto per i diversi indici d’inflazione, la maggior parte dei cittadini dell’UE negli ultimi tempi ha visto svuotarsi progressivamente il proprio carrello della spesa. Alcuni casi eclatanti, denunciati in Italia, hanno registrato prezzi al consumo assolutamente folli per i derivati delle farine, ad esempio per il pane, che a marzo 2022 è arrivato a costare fino a 9 euro per chilogrammo nella città di Ferrara: un sintomo dell’altra faccia della medaglia, vale a dire la forte speculazione, che si avvantaggia della diffusa paura, determinata dal rischio geopolitico, e determina una sempre maggiore perdita di reale potere d’acquisto per le famiglie”.

Le soluzioni.
Per affrontare la crisi alimentare, secondo l’esperto giurista commerciale internazionale e presidente dell’APICES, “servono nell’immediato nuovi partners strategici, capaci di colmare almeno transitoriamente il vuoto lasciato dagli esportatori storici, mentre su un più lungo orizzonte temporale sono indispensabili investimenti internazionali e grande capacità di visione prospettica, un’urgente transizione verso tecnologie a basso impatto ambientale ed una drastica lotta ai cambiamenti climatici, il ritorno alla valorizzazione dei territori e delle loro produzioni d’eccellenza, un consumo a chilometraggio ridotto ed una maggiore consapevolezza diffusa sulla reale portata di queste problematiche”.
“A ben vedere – ha dichiarato Fabrizio Mechi di Pontassieve, rettore dell’Accademia Internazionale Mauriziana, che è anche il responsabile per la Cooperazione sociale dell’APICES – si tratta di un’irripetibile occasione per sviluppare posti di lavoro e benessere: senza dimenticare l’alto valore etico e sociale insito nel cooperare per la crescita del settore agrifood anche nei Paesi meno sviluppati”.

Il ruolo della Moldavia.
Tra i potenziali “nuovi partners strategici”, per l’incremento dell’offerta di cereali ed altre derrate agroalimentari sui mercati internazionali, la Moldova è sicuramente un Paese sul quale vale la pena scommettere.
Non è un caso, dunque, che l’APICES abbia inteso avviare una collaborazione con le istituzioni di tale Paese, invitando il ministro dell’Agricoltura Vladimir Bolea.
Vicepresidente del Partito di Azione e Solidarietà (PAS) che esprime l’attuale primo ministro, Natalia Gavrilița, il politico moldavo ha compiuto una missione in Italia per una serie d’incontri bilaterali, propedeutici alle negoziazioni per il futuro ingresso della Repubblica di Moldova nell’Unione Europea: in quest’ottica, la stessa APICES sta agevolando alcune relazioni con imprese del settore agrifood e non solo, contribuendo alla crescita della cooperazione economica italo-moldava.
“Negli ultimi trent’anni -ha dichiarato il ministro Bolea – tra la Repubblica di Moldavia e l’Italia si sono create delle relazioni commerciali molto forti. Dall’Italia arrivano tanti prodotti di artigianato ma anche prodotti di origine animale e soprattutto l’olio d’oliva. Dalla Moldavia partono prodotti come il miele naturale ed anche tanti cereali, soprattutto il grano. Recentemente c’è stato un incremento anche dell’export di vino moldavo verso l’Italia. L’incontro al quale ho partecipato, che segna l’inizio della collaborazione tra la Repubblica di Moldova e l’associazione APICES, è stato realizzato grazie all’impegno dell’Ambasciata della Moldova in Italia e della stessa associazione, che hanno avuto l’obiettivo comune di promuovere la conoscenza degli imprenditori italiani circa le opportunità offerte dalla Moldova. Sono sicuro che ne seguirà una cooperazione molto produttiva per entrambe le parti”.
Indipendente dal 1991, con una popolazione di poco meno di 4 mln di persone ed una superficie di circa 34mila kmq, nel 2021 si è posizionata al 48mo posto della classifica Doing Business della Banca Mondiale, con un PIL di quasi 12mld di dollari ed un’economia in costante crescita, sicuramente trainata proprio dal settore agrifood ma caratterizzata anche da una fiorente industria nei settori dell’automotive, dell’IT, del tessile e degli arredi, nonché delle energie rinnovabili.
Numerosi i fattori attrattivi per gli investimenti stranieri, a partire dal sistema fiscale molto vantaggioso, con una income tax massima del 12% che si riduce fino al 7% per le imprese produttrici e scende addirittura fino al 3% nelle 7 zone franche, cui peraltro si aggiungono numerosi parchi industriali ed hub logistici. Dispone poi di forza lavoro altamente skillata e multilingue, con un costo molto ridotto per salari e previdenza.
Ha un’eccellente rete digitale che, coprendo oltre il 98% del territorio con fibra ottica, rende molto efficiente il sistema di E-Government. La moneta locale gode di una certa stabilità (il tasso di cambio Euro/Leu Moldavo è di circa 1/20) ed il sistema bancario locale è affidabile, con la presenza tra gli altri di un istituto appartenente al gruppo italiano Intesa San Paolo, la EXIMBANK.
Le ultime disposizioni prevedono che sia l’UE che la Moldova riconoscano reciprocamente i rispettivi operatori economici autorizzati (AEO), i quali potranno beneficiare di regimi doganali semplificati. In particolare, accanto all’incentivo economico costituito dall’abbattimento dei dazi, l’azzeramento dei tempi burocratici di sdoganamento agevolerà, in primo luogo, proprio il settore agrifood, le cui merci facilmente deperibili risentono negativamente delle variazioni climatiche e richiedono, quindi, tempi rapidissimi di consegna. In atto, i generi alimentari ed agricoli rappresentano oltre la metà dell’export moldavo, sicché il Paese ha un forte interesse a modernizzare ed efficientare il proprio sistema di produzione e distribuzione, sia interna che verso i mercati esteri, penetrando in misura crescente le reti internazionali del valore.

L’APICES, attiva nella ricerca delle migliori opportunità di business per favorire la cooperazione economica e sociale tra le imprese italiane ed i Paesi in via di sviluppo, farà come sempre la propria parte per favorire il networking tra gli stakeholders interessati alla Molavia.