Georgia. Elezioni legislative: vince il Georgian Dream

di Alberto Galvi –

Alle elezioni parlamentari georgiane tenutesi domenica scorsa, il partito GD (Georgian Dream) si è assicurato il terzo mandato al potere, conquistando oltre il 48 per cento dei voti e dominando quasi la metà dei 30 distretti.
Il partito al governo ha sostenuto nel 2018 la presidente Salome Zourabichvili il cui mandato scadrà nel 2024. Il GD è stato fondato dall’uomo più ricco della Georgia, Bidzina Ivanishvili. Alla tornata elettorale hanno partecipato quarantotto partiti politici e due coalizioni.
Questo risultato darebbe al partito di maggioranza più del 50 percento dei seggi parlamentari, abbastanza perché il GD formi da solo un governo e veda approvate senza difficoltà le leggi che verranno proposte, ad eccezione di quelle costituzionali.
L’anno precedente era diventato primo ministro mediante un rimpasto di governo Giorgi Gakharia, l’ex ministro degli Interni, che ha sostituito dopo appena un anno e due mesi il dimissionario Mamuka Bakhtadze.
La nuova legge elettorale prevedeva che 120 seggi sarebbero stati distribuiti in base ai voti ricevuti nelle elezioni su base proporzionale, mentre i restanti 30 per i voti ricevuti su base maggioritaria, una legge che consente così anche ai partiti più piccoli di entrare in parlamento, il quale rimarrà in carica per i prossimi quattro anni.
Gli emendamenti approvati valgono solo per le elezioni del 2020 poiché il paese passerà a una legge elettorale completamente proporzionale dal 2024.
Secondo la commissione elettorale centrale molti altri partiti minori hanno superato la soglia dell’1 per cento per la rappresentanza in parlamento. Inoltre molti partiti di opposizione hanno protestato e respinto i risultati elettorali.
Negli ultimi otto anni il partito GD ha goduto di una forte maggioranza in parlamento, ma la sua popolarità è diminuita a causa dei problemi economici che coinvolgono tutto il Caucaso meridionale.
L’ex presidente Mikhail Saakashvili, che ha fondato il più grande partito di opposizione l’UNM (United National Moviment) ha promesso di formare un governo di coalizione, ma adesso l’opposizione sta discutendo la possibilità di boicottare il parlamento. Finora sono state infatti presentate diverse centinaia di denunce di violazioni delle procedure elettorali presso le autorità elettorali e molti parlamentari dell’opposizione hanno minacciato di rinunciare ai loro mandati.