Georgia. I manifesti di Sogno Georgiano infiammano l’antieuropeismo

di Simone Chiusa –

Le elezioni amministrative in Georgia del 26 ottobre non si limiteranno a rinnovare il Parlamento, ma determineranno anche la politica estera di Tbilisi. I risultati potrebbero segnare una svolta cruciale per il futuro del Paese, influenzando il cammino verso l’occidente.
Il processo di integrazione europea della Georgia è entrato in una fase di stallo a seguito dei provvedimenti del governo georgiano, guidato dal partito Sogno Georgiano. Le politiche adottate hanno sollevato preoccupazioni in Europa.
La legge sugli agenti stranieri e le recenti restrizioni per la comunità LGBT, unite alle dichiarazioni anti-occidentali di Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito, hanno allontanato Tbilisi dall’Unione. Bruxelles ha dichiarato che le azioni del governo georgiano minano la vita democratica del Paese e limitano le libertà civili, mettendo a rischio la posizione della Georgia come candidato membro dell’Ue.
Il Consiglio europeo ha recentemente ribadito la sua preoccupazione per la deriva anti-democratica della Georgia, sottolinenando come la retorica del Sogno Georgiano contraddica i valori e i principi fondamentali dell’Unione Europea. Bruxelles continua ad esortare il governo georgiano a rispettare le libertà fondamentali dei cittadini e a garantire un processo elettorale equo.

Ucraina in rovina vs. Georgia prospera.
Nei giorni scorsi il già teso clima pre-elettorale in Georgia è stato acceso dai controversi pannelli elettorali del Sogno Georgiano. Sulla sinistra, in bianco e nero, sono raffigurate immagini dell’Ucraina devastata dalla guerra, mentre sulla destra, a colori, è rappresentata la Georgia. Il dualismo tra guerra e pace, distruzione e prosperità intende rafforzare la narrazione del Sogno Georgiano, secondo cui la pace in Georgia sarebbe il risultato delle prudenti scelte del governo. In contrapposizione si insinua che a causa della sua scarsa lungimiranza, l’Ucraina stia pagando le conseguenze della sua politica atlantista.
I manifesti non si limitano a contrapporre in modo grottesco immagini di scuole, teatri e chiese dei due Paesi. Nella parte sinista, accanto alle foto dell’Ucraina in rovina, sono indicati i numeri delle schede elettorali dei partiti di opposizione.
Il partito fondato da Ivanishvili intende ammonire la popolazione, instillando il timore di una nuova guerra con la Russia. Il messaggio che i manifesti vogliono trasmettere è chiaro: votate l’opposizione e questo sarà il vostro futuro.

Reazioni e condanna.
I poster del Sogno Georgiano hanno scatenato un’ondata di indignazione sui social media. La condanna è arrivata anche dalla presidente Salome Zourabichvili: “Non ho mai visto niente di così vergognoso, così offensivo per la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia e la nostra fede… Dove sei? Che atto patetico presentare al tuo popolo un manifesto creato nella fucina del KGB, che mostra una tale mancanza di dignità e vergogna… Stai dicendo a un paese sotto attacco che è da biasimare per tutto ciò che gli è successo, tutto nel tentativo di guadagnare punti elettorali”, ha commentato su Facebook.
In una nota il ministero degli Esteri ucraino ha condannato i manifesti elettorali del Sogno Georgiano, definendo vergognosa la strumentalizzazione dell’aggressione russa in Ucraina per fini elettorali. “Il dolore e il sangue di migliaia di cittadini innocenti e la distruzione del patrimonio culturale di un paese non possono diventare strumenti di propaganda politica”. Il ministero ha poi rivolto un appello alla popolazione georgiana, sottolineando che “non deve temere una nuova guerra fintanto che l’Ucraina resisterà all’aggressione russa”, e ha aggiunto che “il terribile prezzo di questa resistenza è anche il prezzo della pace in Georgia”. “Invitiamo il governo della Georgia, il partito Sogno Georgiano e tutte le parti coinvolte ad astenersi dall’utilizzare l’aggressione russa contro l’Ucraina e i suoi cittadini nel dibattito politico in Georgia”, conclude la nota del ministero degli Affari esteri ucraino.