Georgia. UNM annuncia fine boicottaggio parlamentare

di Alberto Galvi –

A seguito delle contestate elezioni dello scorso anno il principale partito di opposizione georgiano, l’UNM (United National Movement), ha annunciato la fine di un boicottaggio parlamentare durato mesi che ha fatto precipitare la nazione del Caucaso in una grave crisi politica. Nika Melia, leader dell’opposizione, ha infatti annunciato che “rientreremo in parlamento per liberare lo stato prigioniero dell’oligarchia instaurata da Bidzina Ivanishvili”.
I contrasti sono iniziati dopo che il GD (Georgian Dream) ha vinto le elezioni parlamentari del 31 ottobre con un voto che l’opposizione ha definito fraudolento. Nei mesi successivi i partiti di opposizione georgiani, hanno organizzato numerose proteste di massa, rifiutandosi di occupare i loro seggi (40 su 150) nel parlamento appena eletto.
A febbraio lo stallo post-elettorale è peggiorato dopo che la polizia ha arrestato il leader dell’opposizione georgiana, Nika Melia in un violento raid nella sede del UNM, portando alle dimissioni del primo ministro, il quale fu poi rilasciato a maggio su cauzione (pagata dall’Unione Europea).
Con la mediazione di Bruxelles e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel è stato stilato un accordo tra governo e opposizioni, che però l’UNM si rifiuta di ratificare, il quale impegna i partiti di minoranza a rientrare in parlamento in cambio della promessa da parte del GD di ampie riforme politiche, elettorali e giudiziarie oltre alla garanzia che, se alle prossime consultazioni locali il GD non otterrà almeno il 43% delle preferenze, verranno indette elezioni anticipate.
Al potere dal 2012, il GD e il suo fondatore, Bidzina Ivanishvili, sono stati accusati di perseguitare gli oppositori politici e di creare un sistema corrotto in cui gli interessi privati ​​permeano la politica.