Germania. Attacco al Borussia Dortmund. Procura federale: motivazione terroristica

di Angelo Gambella

Martedì sera a Dortmund, in Germania, il pullman della formazione del Borussia, mentre raggiungeva lo stadio Signal Iduna Park per la gara di Champions League contro i francesi del Monaco, è stato investito da tre esplosioni. L’attacco, che la polizia ha immediatamente definito come mirato al Borussia Dormund, è avvenuto attraverso tre ordigni letali collocati sul ciglio della strada e comandati a distanza presumibilmente con un telefonino. Evidente l’intenzione di creare il maggior danno possibile, contenuto tuttavia dal rivestimento del bus e forse dall’erronea collocazione delle bombe artigianali, che hanno comportato un solo ferito, il calciatore spagnolo Marc Bartra, il quale è stato trasportato in ospedale ed operato ad una mano.
La polizia ha descritto le tre bombe e gli effetti delle esplosioni: gli ordigni contenevano punte di acciaio e il loro raggio di azione è stato di un centinaio di metri. Troppo per un gruppo di tifosi esagitati. Per quanto la collocazione di ordigni da azionare a distanza è comune tanto a gruppi criminali quanto a formazioni terroristiche; la tecnica è ormai usuale nel Medio Oriente, ad esempio in Siria, dove le fonti locali riferiscono frequentemente dell’esplosione di ordigni al passaggio di mezzi militari e di automobili. Tecnica in uso ai jihadisti affiliati ad al-Qaeda o all’Isis contro i lealisti e nelle lotte interne tra fazioni, ma non sconosciuta nemmeno alle forze speciali governative nelle sacche ribelli.
Le analisi per chiarire il tipo di innesco e di esplosivo utilizzati potrebbero fornire elementi determinanti.

La rivendicazione.
Ed è alla Siria e all’Iraq che rimanda la rivendicazione contenuta in tre messaggi trovati sul posto. Questa dichiarazione, pur non firmata e senza simboli, si è rivelata per le autorità subito credibile e contrassegna un’azione compiuta da terroristi collegati all’Isis. L’incipit della rivendicazione rimanda alla volontà di Allah; sul testo viene spiegato che gli attentati contro atleti, artisti e celebrità continueranno fino a quando la premier Angela Merkel non ritirerà gli aerei usati in ricognizione sulla Siria (Tornado) e finché permetterà agli americani di tenere la strategica base sul suolo tedesco di Ramstein.
La polizia, pur mantenendo cautela e lasciando aperte le più diverse ipotesi, si è orientata immediatamente sull’ipotesi terroristica di matrice islamista, e ha messo in atto alcune perquisizioni. Sulla base di intercettazioni telefoniche il giorno successivo ha arrestato un giovane iracheno di 26 anni, islamico radicale già operativo in Iraq. Un secondo possibile attentatore è stato individuato e ricercato: si tratta di un tedesco di 28 anni di Fröndenberg, non lontano da Dortmund, convertito all’Islam.
Il fondamentalista islamico iracheno, inizialmente indagato come attentatore e fabbricatore degli ordigni, è attualmente in custodia cautelare per l’accertata appartenenza allo Stato Islamico, ma la procura antiterrorismo tedesca sostiene che “l’inchiesta non ha finora permesso di trovare elementi che dimostrino che il sospettato abbia preso parte all’attentato”. Scagionato il secondo individuo. Le autorità tengono aperta l’ipotesi di altre origini dell’attentato, ma quella legata ad una rivendicazione sul web da parte di un’organizzazione antifascista è considerata assai improbabile. La pista seguita con insistenza è quella dell’attentato terroristico jihadista, e non a caso le moschee di Dortmund e del Nord Reno-Vestfalia sono considerate tra le più radicali del paese e ad esse si collega anche Anis Amri, l’attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. “Viste le modalità dell’attacco”, ha riferito la portavoce della polizia Koehler “è ipotizzabile una matrice terroristica, motivo per cui le indagini sono state assunte dalla procura federale”. Per ora nessuna rivendicazione da parte dello Stato Islamico, che attraverso l’agenzia Amaq non lascia passare solitamente più di 48 ore per le azioni più eclatanti dei “soldati” del Califfato.