di Guido Keller –
BERLINO. Crisi di governo in Germania, dove i Liberali dell’Fdp hanno deciso di ritirarsi in blocco a seguito del licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner per i dissidi interni al gabinetto di Olaf Scholz. Al posto di Lindner il cancelliere ha messo l’economista Joerg Kukies, già ministro sotto Angela Merkel. Scholz ha puntato il dito contro Lindner affermando in un primo momento che “deve operare in modo serio e responsabile, e scendere a compromessi nell’interesse del paese”, per poi constatare che “non vi sono le basi per continuare a cooperare”. In sintesi Scholz voleva dare impulso all’economia aumentando il debito pubblico, inaccettabile per i Liberali.
Sullo sfondo un paese che arranca, per il secondo anno sul filo della recessione e con l’industria dell’auto in crisi, con la Volkswagen che ha già annunciato la chiusura di alcuni stabilimenti ma che ha minacciato di chiuderli tutti. Anche i pensionati lasciano la Germania, un milione in 10 anni che sono andati a vivere all’estero percependo la pensione ma spendendola al di fuori del loro paese. C’è poi la realtà della costosissima guerra ucraina che per i tedeschi si è tradotta in un buco senza fondo, con gli ucraini che hanno sabotato il loro gasdotto Nord Stream 1 e 2 e le sanzioni che si sono ritorte contro come un boomerang.
Unico dei Liberali a rimanere nel governo, lasciando quindi l’Fdp, è il ministro dei Trasporti Volker Wissing, ma è certo che la coalizione “Semaforo”, formata fino a poco fa da socialisti, Verdi e Liberali, ha perso un pezzo fondamentale e difficilmente potrà superare la fiducia al Bundestag. Le elezioni dovrebbero quindi svolgersi in primavera, mentre la legislatura si sarebbe dovuta concludere a fine 2025.
A chiedere il voto di fiducia già per settimana prossima, oltre alla Cdu con cui si può sempre ragionare, è anche Alternative fuer Deutschland (AfD), la formazione di estrema destra che sta mietendo consensi in un Land dopo l’altro, mentre in casa Coalizione Sara Wagenknecht (estrema sinistra), altra formazione in forte ascesa, ci si sta organizzando per essere presenti in tutti i Laender.
Preoccupata la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, per la quale è necessario “mantenere la rotta che abbiamo intrapreso da molti anni, e che è stata una rotta di successo”.
A decidere saranno i tedeschi, che il “successo” lo vedono venir meno ogni giorno che passa.