Germania. Il governo nel 2021 ha chiuso tre centrali nucleari. Altre tre chiuderanno nel 2022

Ma in Europa c'è interesse per la nuova tecnologia di nucleare a fusione.

di Alberto Galvi

La Germania ha chiuso a fine dicembre 2021 metà delle sei centrali nucleari ancora in funzione, nella fattispecie Brokdorf, situato a circa 40 chilometri a nord-ovest di Amburgo sul fiume Elba, Grohnde, a circa 40 km a sud di Hannover, e Grundremmingen, a 80 km a ovest di Monaco.
I tre reattori a fissione, gestiti dalle società E.ON e RWE, furono accesi nella metà degli anni Ottanta e per quasi 40 anni hanno fornito elettricità a milioni di famiglie tedesche. L’ultima centrale nucleare in Germania cesserà di funzionare nel dicembre del 2022.
Solo a Gundremmingen due terzi dei 600 lavoratori continueranno a essere coinvolti in operazioni post-chiusura fino al 2030, mentre alcuni posti di lavoro andranno persi.
Le restanti tre centrali nucleari tedesche, Emsland, Isar e Neckarwestheim, saranno chiuse entro la fine del 2022, e le compagnie nucleari tedesche riceveranno quasi 3 miliardi di dollari per la chiusura anticipata dei loro impianti. Tuttavia due impianti che producono combustibile ed elementi di combustibile per l’esportazione potrebbero continuare a funzionare.
Le chiusure, frutto delle scelte politiche idei governi guidati dall’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e a seguito dell’incidente del 2011 alla centrale giapponese di Fukushima, porranno gradualmente fine alla produzione di energia domestica, per la quale si passerà quindi ai combustibili fossili e alle energie rinnovabili, ma era un tema già dibattuto nel 2002, quando al comando del paese c’era Gerhard Schroeder con il suo governo di centrosinistra.
Alcuni in Germania hanno chiesto di riconsiderare la decisione di porre fine all’uso del nucleare per la bassa produzione di anidride carbonica e perché necessario per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, ma il governo tedesco ha affermato che lo smantellamento di tutte le centrali nucleari sarà completato entro il 2022 e che non influirà sulla sicurezza energetica del paese e sul suo obiettivo di rendere la più grande economia europea climaticamente neutra entro il 2045.
La Germania dovrà ora aumentare drasticamente la produzione di energia rinnovabile perché il nucleare rappresenta circa il 10 per cento della produzione di elettricità della Germania. Inoltre Berlino aumenterà la sua dipendenza dall’energia a carbone, altamente inquinante, la cui eliminazione graduale sarà completata entro il 2030.
Alcuni dei paesi vicini alla Germania hanno già posto fine all’energia nucleare o hanno annunciato piani per farlo, mentre altri si attengono ancora all’utilizzo degli impianti termoelettrici e nucleari a fissione.
Ciò ha suscitato preoccupazioni per una spaccatura tra i paesi Ue sul tema del nucleare, con la Francia che pianifica di costruire nuovi reattori, ma di ridurre la quota del nucleare dal 75 per cento al 50 per cento entro il 2035. Inoltre continuerà a sviluppare energie rinnovabili ed investirà 1 miliardo di euro in ricerca e sviluppo, in particolare in piccoli reattori modulari. Il Belgio prevede di investire 100 milioni di euro in reattori nucleari di nuova generazione, mentre ha deciso di chiudere tutte le sue obsolete centrali nucleari entro il 2022.
Una decisione finale deve ancora essere presa su dove stoccare le decine di migliaia di tonnellate di scorie nucleari prodotte nelle centrali elettriche tedesche. Per ora vengono conservati in contenitori: sparsi in tutta la Germania ci sono dozzine di questi siti di stoccaggio temporaneo.
Diverso il ragionamento per la nuova tecnologia degli impianti a fusione a contenimento magnetico. La fusione nucleare è l’energia del Sole e delle stelle: due atomi di idrogeno fondendosi liberano un’enorme quantità di energia, che può essere sfruttata ad uso civile: non vengono emessi gas a effetto serra né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive. L’Italia, che ha bocciato il nucleare a fissione ma che sta soffrendo il costo dl gas per produrre energia, guarda con interesse al nucleare a fusione, e l’Unione Europea sta preparando un documento che include il nucleare e il gas tra opzioni per produrre energia centrando gli obiettivi di neutralità climatica.