Germania. Il virus preoccupa, a rischio di collasso il sistema sanitario

di Guido Keller

BERLINO. Solo ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva definito “drammatici” i dati sulla pandemia in Germania , con quasi 53mila casi confermati in 24 ore. Oggi però il numero dei contagi è drammaticamente peggiorato arrivando a quasi 70 mila unità e a 266 decessi, una situazione che comincia a mettere in ginocchio la sanità di alcuni Laender, tanto che già la Baviera ha chiesto aiuto all’Italia ed inviato un paziente all’ospedale Franz Tappeiner di Merano. Da Dresda Lothar Wieler, presidente dell’Istituto Robert Koch, ha tuttavia avvertito che il numero dei casi potrebbe essere il doppio, con stime quindi “più fosche”.
L’indice di ospedalizzazione è passato in poche ore dal 4,86 per 100mila a 5,15, ed in Sassonia già si sta pensando ad introdurre il lock down totale, una batosta per l’economia in vista del Natale. Il provvedimento dovrebbe rimanere in vigore fino al 15 dicembre, ma l’andamento della curva pandemica non lascia ben sperare.
La regola del “2G” di ieri (genesen/geipft), che prevede l’accesso ai lunghi di lavoro, ai mezzi di trasporto e ai locali pubblici solo per i vaccinati e i guariti, si è allargata oggi a coloro che hanno un tampone negativo nelle 48 ore (“3G”); la legge approvata oggi dalla maggioranza Spd / Verdi / Liberali al Bundestag sulla prevenzione delle infezioni, ma che ancora deve passare dal voto del Bundesrat, dà autonomia sulle restrizioni ai singoli Laender.
Male le cose anche in Russia, dove a fronte di poco più di 37mila contagi nelle ultime 24 ore continua a salire il numero dei decessi, ormai a quota 1.251 per un totale di 254mila morti dall’inizio della pandemia, e le autorità governative sono allo studio del green pass.
In Italia la certificazione verde sta al momento tenendo sotto controllo la diffusione del virus, tanto che i contagiati nelle 24 ore sono 10.638 e 69 i decessi, ma la quarta fase dell’infezione mostra, tra varianti e recrudescenze, che il virus non solo non è stato sconfitto, bensì che continua a diffondersi.