di Giuseppe Gagliano –
Sahra Wagenknecht, capo dell’alleanza politica tedesca che porta il suo nome, è intervenuta sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream 1-2, ormai diffusamente risaputo ad opera di un commando ucraino. La pasionaria, leader del partito che alle recenti elezioni del Brandeburgo è arrivato terzo superando abbondantemente la Cdu, ha chiesto un’indagine parlamentare indipendente per appurare responsabilità e fatti della distruzione dell’importante infrastruttura energetica russo-tedesca, cosa che rappresenta una sfida aperta alla gestione del governo tedesco e del cancelliere Olaf Scholz, accusato di mantenere un “silenzio assordante” a due anni dall’attacco.
La possibilità che l’Ucraina sia coinvolta nell’esplosione del Nord Stream pone un serio dilemma per Berlino, dato che il paese è uno dei principali sostenitori di Kiev nel conflitto contro la Russia, fornendo miliardi di euro in aiuti finanziari e militari. Se l’Ucraina fosse ritenuta responsabile dell’attacco, questo non solo metterebbe a repentaglio la sua reputazione internazionale, ma potrebbe anche spingere la Germania a rivalutare la sua posizione di sostegno, fino alla possibile cessazione delle forniture di armi.
Le accuse di Wagenknecht si basano su rapporti dei media occidentali che indicano il coinvolgimento di sommozzatori ucraini nell’attacco, una pista che, se confermata, rischierebbe di incrinare seriamente i rapporti tra Berlino e Kiev. Inoltre la menzione del possibile avvertimento ricevuto a Berlino dalla CIA solleva ulteriori dubbi sulla trasparenza del governo tedesco nella gestione della crisi. Se il governo tedesco fosse stato a conoscenza della minaccia e non avesse preso misure adeguate per prevenirla, le implicazioni politiche potrebbero essere devastanti, con ripercussioni sia a livello interno che internazionale.
A livello geopolitico l’incidente del Nord Stream ha già innescato tensioni tra Russia e occidente, ma l’ipotesi di un coinvolgimento ucraino potrebbe portare a una nuova fase di incertezza nelle relazioni intra-europee e transatlantiche. La Russia, che ha sempre accusato l’occidente di essere dietro l’attacco, potrebbe sfruttare tali rivelazioni per rafforzare la propria narrativa contro Kiev e i suoi alleati occidentali. Allo stesso tempo l’insistenza di Wagenknecht su una commissione d’inchiesta evidenzia un crescente dissenso interno in Germania, dove settori della politica e della società civile chiedono maggiore chiarezza e responsabilità riguardo alle decisioni prese dal governo nel contesto della guerra in Ucraina.
Nel settembre 2022 i due gasdotti (il 2 non ancora attivo) diretti dalla Russia in Germania sono stati sabotati con cariche esplosive, danno che ha rilasciato nell’aria 150mila di tonnellate di gas metano. Nel 2024 le autorità tedesche hanno identificato un gruppo di sabotatori ucraini che sarebbero responsabili dell’attacco e hanno emesso un mandato di arresto nei confronti di un cittadino ucraino che dalla Polonia si è rifugiato in Ucraina a bordo di un’auto dell’ambasciata ucraina a Varsavia. Tale implicazione porta a pensare che si sia trattato di un’azione ordita dall’alto e attuata dai servizi segreti. Le autorità ucraine hanno disatteso al momento il mandato d’arresto.
Il Nord Stream 1, lungo 1.220 km, portava in Europa da Vyborg 27,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.