Gerusalemme. Per Netanyahu è ‘pietra miliare’. Mogherini parla di ‘unica capitale di due Stati’

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Se ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un profilo basso, come richiesto da Trump, in merito alla decisione Usa di trasferire la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, oggi ha parlato di ”decisione storica” e di “pietra miliare”, “un atto coraggioso e giusto“, quello di riconoscere la Città Santa come capitale dello Stato. “Perché – ha spiegato Netanyahu – si tratta di un passo importante verso la pace, dal momento che non ci può essere alcuna pace che non includa Gerusalemme come capitale di Israele”. Ha quindi aggiunto che “voglio rassicurare che non ci sarà alcun cambiamento nello status quo dei Luoghi Santi, e che Israele garantirà sempre la libertà di culto a ebrei, cristiani e musulmani”.
Le proteste delle diplomazie tuttavia non si placano, e all’Onu il segretario generale Antonio Guterres ha detto che “Dal mio primo giorno in questa sede mi sono sempre dichiarato contrario a ogni misura unilaterale che metta a repentaglio la prospettiva della pace”, ed ha osservato che “Solo realizzando la visione di due Stati che convivono in pace e sicurezza, con Gerusalemme capitale di Israele e della Palestina, saranno risolte attraverso i negoziati tutte le questioni in via definitiva”.
L’idea dei Due popoli, due Stati non sembrerebbe al momento essere messa in discussione neppure dallo stesso Donald Trump, il quale ha detto nel suo annuncio di oggi che “Farò tutto quanto è in mio potere per un accordo di pace che sia accettabile per entrambe le parti. E gli Stati Uniti continuano a sostenere la soluzione dei due Stati”.
Per l’Ue la Pesc Federica Mogherini ha ieri dichiarato che “Deve essere trovato un modo, attraverso i negoziati, di risolvere lo status di Gerusalemme come futura capitale di entrambe gli stati, così che le aspirazioni di entrambe le parti possano essere soddisfatte”.