GHANA. Oggi si vota per presidenziali, in pieno boom economico

TMNews, 7 dic 12 –

Urne aperte oggi in Ghana per un voto che si preannuncia serrato tra il Presidente uscente John Dramani Mahama e il principale avversario dell’opposizione, Nana Akufo-Ado. Si tratta della sesta elezione che si tiene dalla fine dei regimi militari, nel 1992, in un Paese considerato un modello di democrazia e oggi chiamato a grandi sfide, soprattutto da quando, nel 2010, ha cominciato a produrre petrolio. Mahama, candidato del Congresso democratico nazionale (Ndc), 54 anni, ha assunto la guida del Paese lo scorso luglio dopo la morte del suo predecessore, John Atta Mills. Il suo principale avversario, l’avvocato per i diritti umani, Nana Akufo-Ado, 68 anni, del Nuovo partito patriottico (Npp), si candida per la seconda volta, dopo essere stato sconfitto nel 2008 per meno dell’1% di voti di differenza. Ci sono anche altri sei candidati alla guida del Paese, che potrebbero impedire ai due principali contendenti di ottenere la maggioranza al primo turno; in quel caso il Paese tornerebbe alle urne il 28 dicembre. Gli elettori sono chiamati anche a eleggere il nuovo Paelamento, composto da 275 seggi contro i 230 avuti finora. Gli elettori si attendono molto da queste elezioni, secondo gli analisti, a fronte di un’economia in piena espansione, grazie alla produzione petrolifera che si è andata ad affiancare alle esportazioni di oro e cacao. Nel 2011, primo anno di produzione petrolifera, la crescita è stata del 14%, con stime dell’8% per il 2012 e il 2013, secondo la Banca Mondiale. Una crescita così rapida prevede nuove “resposabilità”, ha sottolineato Dante Mossi, dell’ufficio della Banca mondiale in Ghana, e “i problemi sono cambiati”. Gran parte della popolazione “ritiene di non aver tratto alcun beneficio da tutte le misure economiche che sono state adottate e che il proprio livello di vita non sia affatto cambiato negli ultimi due anni”, ha sottolineato Franklin Oduro, direttore aggiunto del Centro per lo sviluppo democratico. La campagna elettorale è stata infatti dominata dal tema della gestione dei proventi petroliferi, con Mahama che ha promesso nuove infrastrutture, mentre Akufo-Addo ha difeso la sua battaglia più cara, l’istruzione superiore gratuita. Il Paese di oltre 24 milioni di abitanti conta anche molto sulle esportazioni di cacao e oro e la sua crescita economica potrebbe essere compromessa se “i prezzi mondiali dovessero crollare”, ha ammonito Mossi. Tuttavia, ha aggiunto, l’avvenire del Ghana rimane promettente a fronte della credibilità ormai pienamente conquistata come modello di democrazia della regione. A est si trova infatti il Togo, guidato dalla stessa famiglia da oltre 40 anni; a ovest la Costa d’Avorio, che sta uscendo ora da una lunga crisi post-elettorale sanguinosa. E poi la Nigeria, potenza economica regionale e primo produttore di greggio del continente, scossa però da gravi problemi di sicurezza e con una crescita economica minata da una diffusa corruzione.